Gaza travolta da pioggia e vento: migliaia di tende distrutte, bambini e famiglie senza riparo

Nemmeno il maltempo concede una tregua alla Striscia di Gaza. Da oltre due settimane una violenta ondata di vento e pioggia, arrivata dopo aver colpito Grecia e Cipro, sta investendo i campi profughi dove vivono centinaia di migliaia di sfollati. Migliaia di tende di fortuna sono state strappate o sommerse dall’acqua, lasciando intere famiglie senza alcun riparo. Dopo le bombe e la fame, ora si muore anche di freddo. Un copione, purtroppo, già documentato il mese scorso da Fanpage.it.
Nei video diffusi sui social si vedono uomini e donne in quel poco che resta delle loro case distrutte. L’acqua invade i campi, penetra ovunque, e la popolazione — già allo stremo — è costretta a vivere immersa nel fango. Secondo la Mezzaluna Rossa egiziana, circa un milione di persone è a rischio, motivo per cui è stato disposto l’invio di ulteriori aiuti umanitari, il cui arrivo è però ostacolato dalle condizioni meteorologiche.
Le piogge torrenziali hanno colpito anche Gaza City, dove l’acqua piovana si è infiltrata in alcune aree del complesso medico di Al-Shifa, costringendo alla chiusura temporanea dei reparti di emergenza e accoglienza. Un colpo durissimo per un sistema sanitario già in ginocchio. Mahmoud Bassal, portavoce della Protezione Civile di Gaza, ha avvertito che migliaia di edifici parzialmente danneggiati dai bombardamenti rischiano di crollare a causa delle piogge e dei forti venti. “Queste strutture rappresentano un pericolo mortale per centinaia di migliaia di persone che non hanno alternative”, ha detto. “Abbiamo avvertito il mondo più volte, ma invano”.
Negli ultimi giorni a Khan Younes, le piogge si sono mescolate alle acque reflue e fognarie, inondando tende e vicoli di fango ed escrementi. Qui, l’acqua e il freddo gelido hanno fatto una vittima: la piccola Rahaf Abu Jazar, di soli otto mesi, è morta per ipotermia, trovata senza vita nella tenda che da oltre due anni era la loro casa.
E il Centro meteorologico palestinese prevede per le prossime ore un ulteriore calo delle temperature, soprattutto nelle zone interne, con rovesci sparsi, temporali e possibili grandinate. È stato lanciato un allarme per il rischio di inondazioni improvvise nelle aree basse e nelle valli, mentre il mare resta moderatamente agitato.
In questo contesto, ActionAid rinnova l’appello all’apertura urgente dei valichi e all’aumento dell’ingresso degli aiuti. “La sofferenza a Gaza non si ferma. Le bombe forse sono diminuite, ma il dolore no”, afferma Alaa AbuSamra, responsabile del programma di risposta all’emergenza dell’organizzazione in Palestina. “Gaza è diventata un inferno in cui ogni mese porta un nuovo modo di lottare o morire. Sono un genitore: temo che il freddo riesca dove le bombe hanno fallito”.