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Furto al Louvre, fermati due sospetti, blitz di polizia dopo esami del dna: “Cercavano di scappare all’estero”

I due fermati per il furto del Louvre a Parigi sospettati di aver fatto parte della banda di quattro malviventi che hanno rubato i gioielli. Si tratta di due persone residenti nel quartiere di Seine-Saint-Denis, nell’area periferica di Parigi. Il blitz per il pericolo di fuga dei sospettati che si stavano preparando a fuggire all’estero. Fondamentali esami del dna sul materiale abbandonato ma del bottino nessuna traccia.
A cura di Antonio Palma
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Svolta nelle indagini sul furto al museo del Louvre. La polizia francese nelle scorse ore ha fermato due persone sospettate di avere avuto un ruolo nel colpo che ha sconvolto la Francia una settimana fa. Secondo le informazioni dei giornali locali, i due fermati sono sospettati di aver fatto parte della banda di quattro malviventi che hanno rubato 8 gioielli dalla galleria di Apollo, utilizzando un montacarichi. Si tratta di due persone originare del posto e residenti nel quartiere di Seine-Saint-Denis, nell'area periferica di Parigi, di cui almeno uno che stava tentando di fuggire all'estero.

Polizia: "Ladri esperti e conosciuti"

Il blitz delle forze dell’ordine nella serata di sabato dopo una improvvisa accelerazione delle indagini sul furto con scasso al prestigioso museo parigino del 19 ottobre scorso quando sono spariti diversi gioielli della collezione della corona francese. Secondo Le Parisien, i due sospettati sono stati arrestati per "furto organizzato" e "associazione a delinquere finalizzata alla commissione di un reato", nell’ambito delle indagini condotte dalla Brigata Anti-Banditismo di Parigi (BRB) e dall'Ufficio Centrale per la Lotta al Traffico di Beni Culturali.

L'operazione sarebbe scattata per il pericolo di fuga di uno dei sospettati che si stava preparando a fuggire all'estero, probabilmente in Algeria. L'uomo sarebbe stato fermato all'aeroporto di Roissy-Charles-de-Gaulle, intorno alle 22,  prima di imbarcarsi su un volo. Un secondo sospettato è stato arrestato invece poco dopo nell'hinterland di Parigi ma anche lui sarebbe stato in partenza per l'estero, in particolare verso il Mali. I due uomini, già noti alla polizia per furti con scasso, sembrano essere ladri esperti che potrebbero aver agito su commissione.

Al momento però i due arresti non hanno ancora portato al sequestro del bottino dei criminali. Dei  gioielli rubati al Laouvre dalla galleria Apollo per ora non sembra esserci traccia.

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Il furto al Louvre e le indagini

Il colpo al Louvre, avvenuto una settimana fa, ha sconvolto tutti per la semplicità con cui la banda di ladri si è introdotta nel museo più famoso del mondo riuscendo a portare via un bottino stimato in 88 milioni di euro in soli 7 minuti con un semplice stratagemma: fingendosi operai al lavoro.

Con un camion dotato di montacarichi e indossando gilet gialli e caschi da motociclista, i ladri hanno rotto la finestra che conduce alla Galleria Apollo, dove sono esposti i gioielli della Corona francese, e si sono portati via i gioielli più vicini, usando delle smerigliatrici angolari per rompere le teche. I ladri hanno fatto sparire i tesori reali appartenuti a diversi sovrani francesi, tra cui l'imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III. L'azione, andata in scena in pieno giorno e davanti a decine di turisti e passanti, è stata ripresa da diversi video.

Trovato un "DNA determinante" sul materiale abbandonato

Nella fuga repentina i criminali hanno lasciato diverse tracce come indumenti e materiale usato che avrebbe permesso agli inquirenti di risalire ai presunti responsabili. Nel casco rinvenuto sul posto infatti sono stati trovati capelli appartenenti a un ladro, mentre altri elementi utili sarebbero stati rinvenuti sul camion  abbandonato in strada. Il montacarichi infatti era stato rubato nella città di Louvres pochi giorni prima durante un appuntamento concordato con un venditore.  Un ruolo determinante svolto dalla polizia scientifica che ha raccolto circa 150 reperti subito spediti in laboratorio per le analisi e da cui è stato estratto il dna. È stato trovato un "DNA determinante" ha spiegato il procuratore di Parigi. Analisi possibili anche grazie al fatto che i ladri sono dovuti scappare senza potere incendiare tutto. Alcuni degli oggetti infatti erano già stati cosparsi di benzina ma i ladri non avevano fatto a tempo ad appiccare il fuoco per distruggerli.

"Esprimo le mie più sentite congratulazioni agli investigatori che hanno lavorato instancabilmente come ho chiesto loro e che hanno sempre avuto la mia completa fiducia", ha scritto su X il ministro dell'Interno francese Laurent Nuñez, aggiungendo: "Le indagini devono proseguire nel rispetto della riservatezza delle indagini, sotto l'autorità della giurisdizione interregionale specializzata della Procura di Parigi. Ciò avverrà con la stessa determinazione".

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