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Furto al Louvre, confessano due sospetti, altri due ricercati: i gioielli non sono stati ancora recuperati

Hanno 34 e 39 anni i due sospetti fermati nei giorni scorsi dalla polizia che oggi hanno ammesso di aver partecipato al colpo al museo del Louvre di Parigi. Altri due complici ancora latitanti. La refurtiva, del valore di circa 88 milioni di euro, non è stata ancora recuperata.
A cura di Davide Falcioni
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L’inchiesta sul clamoroso furto dei Gioielli della Corona francese dal Museo del Louvre è giunta a una svolta decisiva. Due sospetti, arrestati lo scorso weekend, hanno ammesso il loro coinvolgimento nel colpo messo a segno il 19 ottobre nella Galleria Apollo. Le confessioni, arrivate dopo ore di interrogatorio, confermano che la rapina – durata appena sette minuti – è stata un’operazione pianificata nei minimi dettagli.

Secondo quanto dichiarato oggi dalla procuratrice generale di Parigi, Laure Beccuau, i due uomini si trovano ora in custodia cautelare e saranno formalmente incriminati per rapina organizzata da una banda armata, reato che prevede fino a 15 anni di carcere.

Chi sono i due indagati

Il primo arrestato, 34 anni, di origine algerina, è stato fermato all’aeroporto Charles de Gaulle mentre tentava di imbarcarsi su un volo diretto in Algeria. Già noto alle forze dell’ordine per furto e infrazioni stradali, avrebbe avuto un ruolo prevalentemente logistico nel colpo. Il secondo, 39 anni, tassista abusivo, è stato catturato nei pressi della sua casa ad Aubervilliers, alla periferia di Parigi. Già segnalato per furto aggravato, l'uomo non sembrava intenzionato a lasciare il Paese.

Le forze dell’ordine hanno impiegato oltre 100 investigatori e analizzato più di 150 campioni di DNA, insieme a indizi come guanti, caschi e giubbotti abbandonati sulla scena del crimine, per risalire ai responsabili. Altri due membri della banda restano ancora ricercati.

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"Nessuna complicità all'interno del Louvre"

Durante una conferenza stampa, Laure Beccuau ha sottolineato gli "importanti progressi" dell’indagine e la "mobilitazione eccezionale" delle forze investigative, tra cui l’Unità anticrimine organizzato (BRB) e l’Ufficio centrale per la lotta al traffico di beni culturali (OCBC).

La procuratrice ha confermato che i gioielli rubati, tra cui un collier di smeraldi e diamanti donato da Napoleone alla sua seconda moglie, non sono ancora stati recuperati. "I gioielli non sono in nostro possesso", ha detto, aggiungendo: "Voglio continuare a sperare che vengano ritrovati. C’è ancora tempo per restituirli". Beccuau ha anche precisato che non ci sono elementi che indichino una complicità interna al museo: "Nulla suggerisce che gli autori avessero alleati all’interno del Louvre".

Un colpo da 88 milioni di euro

Il furto, valutato in circa 88 milioni di euro, ha visto i ladri servirsi di una scala montata su un camion per accedere alla Galleria Apollo, una delle sale più importanti del museo. Dopo aver forzato due teche blindate, sono fuggiti con nove preziosi manufatti, tra cui gioielli appartenuti alle regine Maria Amalia e Ortensia di Beauharnais.

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