Francia, bimbo di 3 anni picchiato per mesi e ucciso: condannati la madre e il patrigno
Loïc Vantal, il patrigno del piccolo Tony – bambino francese di tre anni ucciso di botte nel novembre del 2016 a Reims – è stato condannato ieri sera a 20 anni di carcere per omicidio preterintenzionale. La madre del bambino, Caroline Letoile, dovrà invece scontare una pena di quattro anni di reclusione per mancata denuncia di maltrattamenti e omissione di soccorso. Si chiude così una vicenda giudiziaria che ha tenuto con il fiato sospeso tutta la Francia per oltre quattro anni: il piccolo, infatti, era stato di frequente vittima di violenze nel silenzio più totale non solo della madre, ma anche di molti altri.
Nel corso del processo è stato infatti ricostruito il clima di omertà che ha circondato gli abusi, taciuti dalla mamma – all'epoca dei fatti 19enne – ma anche dai vicini di casa, che sapevano ma non hanno mai sporto denuncia: uno di loro ha ammesso nel corso del dibattimento che sentiva il patrigno urlare fin dalle sette del mattino e che aveva l'impressione che il piccolo fosse picchiato continuamente. I maltrattamenti, quindi, si sarebbero protratti per mesi in un appartamento di Place des Argonautes – a Reims – trasformato in un "mattatoio". Schiaffi, pugni, lanci contro il letto o l'armadio erano all'ordine del giorno: il piccolo Tony aveva finito per soccombere alla violenza e dopo la sua morte – intervenuta per la rottura del pancreas e della milza – i medici legali avevano rinunciato a contare esattamente le lesioni che aveva subito, ritenendole troppe.
Per i giudici gli imputati sono stati guidati da una "cattiveria gratuita" associata ad "egocentrismo". Prima della sentenza Loïc Vantal ha dichiarato: "Mi dispiace per tutto quello che è successo. Mi sono comportato in modo inaccettabile. Merito di essere condannato. Sto lavorando e continuerò a lavorare sul mio comportamento".