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Focolaio Covid a Pechino, il peggiore da marzo 2020: 1,7 milioni di persone in lockdown

Un milione e 700mila persone sono state poste in lockdown a Pechino dopo la scoperta di poche decine di casi nell’area del nuovo aeroporto della città: si tratta del focolaio più grave da marzo 2020 e sta destando molta preoccupazione perché coincide con il periodo del Capodanno Cinese, in cui centinaia di milioni di persone attraversano il paese.
A cura di Davide Falcioni
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A Pechino negli ultimi giorni sono stati trovati 15 casi di Covid-19, di conseguenza le autorità sanitarie hanno imposto un lockdown a 1,7 milioni di persone  nel distretto di Daxing, area in cui sorge il nuovo aeroporto e in cui sono stati rilevati ieri sei positivi. Numerosi luoghi pubblici, inclusi uffici, hotel, ristoranti, fabbriche e supermercati, sono stati chiusi mentre i residenti del quartiere sono stati sottoposti a test di massa. "I casi rilevati a Daxing hanno rivelato che la situazione epidemica è dura e complessa – ha dichiarato Xu Hejian, portavoce della municipalità, in conferenza stampa -. Non possiamo allentare sulla prevenzione dei casi importati e sul rimbalzo domestico". Pechino ha anche esteso a 28 giorni il periodo di restrizioni a chiunque arrivi dall'estero, di cui 14 di quarantena in strutture centralizzate e poi presso la propria residenza per altre due settimane. A livello nazionale sono stati riscontrati oltre mille contagi dall'inizio di gennaio, principalmente nelle vaste province rurali settentrionali della Cina.

Timori per il Capodanno Cinese: centinaia di milioni di persone si metteranno in viaggio

Le nuove dure restrizioni arrivano a circa un anno dall'esplosione della pandemia: il nuovo focolaio è il più grave da marzo 2020 e sta destando molta preoccupazione perché coincide con il periodo del Capodanno Cinese, in cui centinaia di milioni di persone attraversano il paese. Il timore del governo è che questa circolazione possa generare una nuova ondata epidemica che potrebbe riportare il paese in una situazione di grande difficoltà. Per questo l'allerta è massima e sono stati intensificati i controlli: la  Commissione Sanitaria Nazionale ha dichiarato che ieri sono stati riscontrati complessivamente 103 casi in tutta la Cina, in calo rispetto ai 118 di lunedì. Numeri certamente molto bassi se paragonati a quelli europei, ma che hanno convinto le autorità locali a imporre nuove dure restrizioni onde evitare che la situazione sfugga di mano.

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