Eutanasia, la Corte europea chiede alla Svizzera regole più chiare

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha chiesto alla Svizzera delle regole chiare riguardo l’eutanasia. Secondo quanto stabilito in una sentenza emessa oggi, la Confederazione dovrà stabilire per legge se le persone che vogliono mettere fine ai loro giorni pur senza soffrire di una malattia mortale potranno farlo, e se sì a quali condizioni. La Svizzera deve insomma chiarire a chi, per legge, è garantito l’accesso al suicidio assistito. La decisione di Strasburgo riguarda il ricorso presentato da una donna, Alda Gross, che per anni aveva chiesto invano alle autorità di consentirle di accedere al suicidio assistito. Questa persona non soffre di alcuna particolare patologia ma, avendo oltre 80 anni, non vuole più assistere impotente al suo declino fisico e mentale.
Regolare la legislazione in maniera più chiara – L’anziana donna aveva cercato di ottenere una prescrizione medica per un barbiturico e le autorità di Zurigo avevano risposto in modo negativo, una decisione poi confermata anche dalla giustizia cantonale e dal Tribunale federale. La corte di Strasburgo ha ora ravvisato una violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare garantito dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Questo non tanto perché alla ricorrente è stato negato il barbiturico, ma perché questo tipo di situazioni non sono regolate in modo chiaro dalla legislazione della Svizzera.