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Egitto, l’esercito accusato di aver torturato i manifestanti. Suleiman: basta proteste o rischio colpo di stato

Continuano le proteste in tutto l’Egitto. Organizzazioni umanitarie, intanto, accusano l’esercito di aver torturato molti manifestanti. Suleiman, da parte sua, invoca la fine delle proteste per scongiurare un colpo di stato.
A cura di Cristian Basile
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Egitto_donne proteste

Organizzazioni dei diritti umani come Human Rights Watch hanno denunciato che ufficiali dell'esercito e della polizia militare egiziana hanno detenuto arbitrariamente almeno 199 persone, tra i giornalisti, giovani attivisti e manifestanti torturandone almeno cinque da quando hanno preso il controllo delle città egiziane. Anche il quotidiano britannico "The Guardian" ha intervistato alcuni testimoni che assicurano di essere stati torturati e di essere stati sottoposti all'elettroshock da parte di alcuni ufficiali dell'esercito, che li accusavano di servire gli interessi di gruppi e paesi stranieri come Hamas e Israele.

"Ero in strada, un soldato mi fermò e mi domandò dove andavo. Gli risposi ma lui mi accusò di lavorare per i nemici stranieri. Subito dopo arrivarono altri soldati che iniziarono a colpirmi con le armi", spiega Ashraf, 23 anni, in alcune dichiarazioni per il "The Giuardian". Dopo fu trasferito nella parte posteriore del Museo delle Antichità del Cairo, un'area sotto il controllo militare, dove lo chiusero in una stanza: "Venne un ufficiale e mi chiese chi mi pagava per protestare contro il governo. Quando risposi che volevo solo un governo migliore mi colpì alla testa facendomi cadere al suolo. Poi un gruppo di soldati cominciò a prendermi a calci".

Intanto nel sedicesimo giorno di proteste contro il presidente Hosni Mubarak, si allarga il fronte della protesta al Cairo e in Egitto e prosegue la mobilitazione di migliaia di persone in piazza Tahrir mentre sono moltissimi anche gli egiziani che si sono radunati anche davanti al parlamento. Non sono bastate le criptiche parole del vice presidente Omar Suleiman per convincere i manifestanti a desistere. L'ex capo dei servizi segreti, ha avvertito gli egiziani che le proteste sono "molto pericolose" e che l'alternativa al dialogo "è il colpo di Stato". "Non vogliamo raggiungere questo punto, vogliamo proteggere l'Egitto". Poi precisa che però: "Non possiamo sopportare per molto tempo le continue proteste, la crisi deve finire il più presto possibile ", ha detto.

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