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Boris Johnson si dimette: “Conservatori vogliono nuovo leader e governo, li avranno presto”

Boris Johnson si dimette: non sarà più il leader dei conservatori britannici e presto lascerà anche l’incarico da premier. L’annuncio è arrivato dopo ore di dimissioni di massa dalle file tories.
A cura di Annalisa Girardi
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Boris Johnson, dopo i passi indietro in massa degli ultimi giorni nel suo partito, ha ceduto e annuncia oggi le dimissioni da leader Tory. In autunno arriveranno anche quelle da premier. Lo avevano preannunciato questa mattina diversi media inglesi, tra cui la BBC. "È chiaro ora che la volontà del partito conservatore è quella di avere un nuovo leader e quindi un nuovo primo ministro. Penso che il processo per trovare un nuovo leader debba cominciare adesso. Grazie a tutti per il mandato, se ho combattuto così tanto in queste ore è perché sentivo un dovere verso tutti voi che mi avete votato", ha detto in conferenza stampa.

Dimissioni Boris Johnson, l'annuncio in diretta a Downing Street

"Abbiamo attraversato una pandemia, prodotto un vaccino in tempi rapidissimi, siamo stati i primi a uscire dal lockdown e ora a sostenere l'Ucraina", ha proseguito. E ancora: "Negli ultimi giorni ho cercato di persuadere i miei colleghi sul fatto che non avesse senso creare un nuovo governo in un momento come questo, in cui stiamo ottenendo così tanto, e con un mandato così grande. Ma come abbiamo visto in politica nessuno è indispensabile e il nostro sistema avrà presto un nuovo leader in questi tempi difficili. A lui o lei dico: avrai tutto il mio supporto. Sono triste di dover lasciare il miglior lavoro del mondo".

L'addio non sarà immediato: Downing Street non dovrebbe avere infatti un nuovo inquilino almeno fino all'autunno e in estate il partito conservatore dovrebbe fare le primarie per nominare un nuovo leader in estate. Un'opzione di cui però i leader laburisti non sono contenti e insistono perché Johnson lasci subito. Il leader laburista all'opposizione, Keir Starmer, ha detto: "Ha finalmente capito che non è idoneo a essere primo ministro. Non possono ora infliggerlo al Paese per i prossimi mesi. Se non si sbarazzano di lui, i laburisti si faranno avanti, nell'interesse nazionale, e chiederanno un voto di sfiducia perché non possiamo andare avanti con questo primo ministro per mesi e mesi a venire". Secondo una giornalista di ITV Johnson avrebbe già parlato anche con la Regina Elisabetta, la BBC deve ancora confermarlo.

Le cause delle dimissioni, dallo scandalo Pincher al Partygate

Le dimissioni sono arrivate dopo una serie di scandali che hanno travolto il governo in pieno, a partire dal suo primo ministro, e nelle ultime ore (con sempre più pezzi da novanta che lo abbandonavano) era ormai chiaro che l'esecutivo avesse le ore contate. L'ultimo terremoto è stato quello legato al caso di Christopher Pincher, il vice chief whip, cioè il responsabile parlamentare del gruppo dei conservatori. Pincher aveva lasciato il proprio incarico già lo scorso 30 maggio, dopo essere stato accusato di aver molestato due giovani attivisti conservatori, mentre era ubriaco una sera in un club di Londra. Una vicenda che ha colpito in pieno anche Johnson che, da premier, sarebbe stato perfettamente a conoscenza di comportamenti simili da parte di Pincher. Nonostante tutto gli avrebbe comunque affidato l'incarico. In un primo momento, quando è scoppiato lo scandalo, ha detto di non sapere nulla rispetto alle accuse: poi ha però ritrattato, dicendo di essersene semplicemente dimenticato.

Ma questo non è stato l'unico l'unico caso per Johnson. C'è ovviamente anche quello del Partygate, che lo ha coinvolto in prima persona e per il quale ha rischiato un voto di sfiducia. La vicenda era esplosa quando i media britannici avevano pubblicato delle foto che ritraevano il leader Tory a una festa a Downing Street, brindando con diverse altre persone in pieno lockdown. Era infatti novembre 2020, quando nel Regno Unito erano in vigore tutte le restrizioni anti contagio che non permettevano certo di organizzare un party in casa.

I nuovi ministri del governo

Nel frattempo, dal momento che intende restare in carica fino a quando non verrà nominato un nuovo premier e leader conservatore, Johnson sta iniziando a sostituire i membri del governo che hanno fatto un passo indietro in queste ore. Michael Gove, ministro per il Livellamento delle Diseguaglianze Territoriali – silurato ieri sera dopo essere stato accusato di tradimento, è stato sostituito con Greg Clark, già ministro della Attivita' Produttive sotto Theresa May. Finora era stato una figura di opposizione a BoJo.

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