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Partygate, Boris Johnson multato per le feste durante il lockdown a Downing Street

Il premier inglese Boris Johnson e il cancelliere Rishi Sunak sono stati multati dalla polizia nell’ambito delle indagini relative al partygate, lo scandalo legato alle feste che si sono tenute nel giardino della residenza di Downing Street a Londra quando nel Paese era in vigore il primo lockdown.
A cura di Ida Artiaco
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Il premier britannico Boris Johnson è stato multato nell'ambito delle indagini relative allo scandalo del cosiddetto partygate, legato alle feste che si sono tenute nel giardino della residenza di Downing Street a Londra quando nel Paese era in vigore il primo lockdown per limitare la diffusione dei contagi Covid-19. Insieme a lui, multato dalla polizia è anche il cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak. Non sono stati resi noti al momento ulteriori dettagli. Finora sono state emesse 50 multe, ma il governo inglese aveva fatto sapere che avrebbe rispettato la privacy dei soggetti coinvolti, tranne che per membri dell'Esecutivo.

"Il primo ministro e il cancelliere dello Scacchiere hanno ricevuto oggi la notifica che la polizia metropolitana intende emettere loro sanzioni. Non abbiamo ulteriori dettagli, ma ti aggiorneremo di nuovo quando lo avremo", ha precisato un portavoce. Secondo una indiscrezione del Telegraph, nell'elenco dei sanzionati comparirebbe anche la moglie di Johnson, Carrie.

Duro il commento del leader laburista Sir Keir Starmer che ha dichiarato: "Boris Johnson e Rishi Sunak hanno infranto la legge e hanno mentito ripetutamente al popolo britannico. Entrambi devono dimettersi. I conservatori sono totalmente inadatti a governare. La Gran Bretagna merita di meglio".

Non è la prima volta che i laburisti chiedono un passo indietro del primo ministro proprio in relazione allo scandalo delle feste, cosa a cui lo stesso Johnson non ha mai ceduto. Alla fine di gennaio si era presentato davanti alla Camera dei Comuni per scusarsi di quanto avvenuto durante il lockdown. "Questa pandemia è stata dura per tutti. Abbiamo chiesto alle persone di fare sacrifici straordinari, di non incontrare i propri cari, di non visitare i parenti prima che morissero e capisco la rabbia che provano. Non è sufficiente chiedere scusa, questo è il momento di imparare", aveva detto ma senza mai dimettersi.

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