“Dicevano: meglio un tetto che nulla”, ma la casa danneggiata dai raid crolla per le piogge: famiglia muore a Gaza

È l’unico sopravvissuto di sei figli, ha dodici anni e viveva tra le macerie della casa di sua zia, prima che anche quest’ultimo disperato rifugio si trasformasse in una trappola mortale.
È successo stamattina all’alba, mentre dormiva insieme alla madre, al padre e ai suoi 5 fratellini. A causa delle forti piogge che stanno devastando Gaza, il tetto della casa che li ospitava è crollato sulle loro teste, uccidendo tutta la famiglia tranne lui, Wissam Badran.
“Vivevano al nord”, racconta a Fanpage.it Mohammed Almajdalawi, zio di Wissam, “dopo la tregua non avevano più un posto dove andare, la loro casa era stata distrutta da Israele, ed essendo una famiglia molto povera non potevano affittare una tenda. Allora sono andati a Beit Lahia, nella zona di Bir al-Na'ja, dove la sorella di Abdul Raouf Badran – padre di Wissam – aveva una casa, per metà distrutta ma con ancora il tetto. Sotto quel tetto si riparavano dalla pioggia, mi dicevano ‘un tetto è pur sempre meglio di niente’. Ma alla fine la pioggia e il vento hanno fatto cadere la casa e sono morti tutti, i genitori e cinque figli piccoli, tutti tranne Wissam”, conclude Mohammed.

La casa della famiglia Badran non è l’unica ad essere crollata a Gaza tra ieri notte e oggi a causa delle forti piogge, è successo ad altri quindici edifici già parzialmente distrutti dalle bombe israeliane e adesso completamente collassati per il maltempo.
A Sheikh Radwan, un quartiere di Gaza City, sono rimaste intrappolate e sono morte sotto le macerie della propria casa altre due persone. Undici palestinesi sono morti a causa del maltempo, per il freddo e per il crollo di edifici già parzialmente distrutti. Tra loro una neonata, morta di freddo ieri, e due bambini piccoli oggi.
Più di 250mila sfollati stanno rischiando la vita per le condizioni metereologiche che a Gaza dopo che già due anni di genocidio hanno reso quella sottile striscia di terra priva di infrastrutture e invivibile.
“Gli israeliani hanno mangiato il 52% di Gaza, e il resto l’hanno completamente raso al suolo, dove può andare la gente? Non c’è posto! Tutto è molto costoso, gli aiuti che entrano non sono abbastanza, la gente non sa dove rifugiarsi”, continua Mohammed, “i gazawi cominciano a pensare che morire sia meglio che vivere. La vita è troppo difficile a Gaza”.
"Il problema – aggiunge Sami Abuomar, operatore umanitario gazawi – è che tra le case già bombardate, quelle per metà crollate, e le tende, la gente non sa dove andare. Per scappare dalla pioggia cerchiamo qualsiasi riparo. Ma se non entrano i mezzi pesanti, per spostare le macerie, continueremo a morire così: schiacciati dalle loro stesse case. Basta pochissimo per far crollare definitivamente le macerie".
La tempesta che ha colpito tutta la Palestina questa settimana dovrebbe continuare fino a venerdì. Dopo due anni di bombardamenti incessanti che hanno danneggiato o distrutto circa il 92% di tutti gli edifici residenziali a Gaza, quasi 1,5 milioni di persone vivono in tende, mentre la maggior parte dei restanti 700mila risiede in edifici parzialmente distrutti. Israele, però, continua a bloccare l'ingresso di tende e case mobili nella Striscia, in violazione dei termini dell'accordo di cessate il fuoco firmato in ottobre, che stabiliva che dovesse consentire l'ingresso a Gaza di 300mila tra tende e case mobili.
Prima della tempesta, gli operatori umanitari e i funzionari sanitari di Gaza avevano avvertito che ci sarebbero state “conseguenze catastrofiche” per gli sfollati se non fosse stato consentito l'ingresso di tende adatte al maltempo a Gaza.
