Crisi Russia-Ucraina, avvocato italiano in auto da Kiev verso l’Italia: “Tanti non hanno dove andare”

L'impressione fuori dai confini dell'Ucraina è che la crisi con la Russia sia pronta ad esplodere da un momento all'altro. La Farnesina ha invitato gli italiani residenti in Ucraina a lasciare quanto prima il Paese in "via precauzionale". Nonostante l'invito a lasciare l'Ucraina, tantissimi connazionali hanno scelto invece di restare nelle loro abitazioni. "In tantissimi non sanno dove andare. Questa ormai è casa loro, qui hanno le loro attività e le loro famiglie. Non è semplice lasciare casa dall'oggi al domani". Lo ha raccontato a Fanpage.it l'avvocato Graziano Benedetto, originario di Guardiagrele, in provincia di Chieti, che da anni lavora e vive in Ucraina. Qui si occupa di assistenza ad imprese e cittadini stranieri ed è il primo avvocato italiano riconosciuto all'esercizio della professione forense anche in Ucraina.
C'è allarme tra gli italiani a Kiev?
C'è tensione, ma non parlerei di allarme. In molti stanno vivendo la loro vita normalmente: la gente esce, si occupa delle compere di San Valentino e si comporta come sempre. Tanti italiani hanno deciso di rimanere in Ucraina per diversi motivi: il primo riguarda la famiglia e il lavoro. Questa è casa per tanti nostri connazionali e lasciarla non è semplice.
Lei ha seguito il consiglio della Farnesina?
Io e mia moglie abbiamo deciso di tornare in Italia, più che altro perché ne abbiamo la possibilità. In questo momento infatti le parlo dalla mia auto, siamo in partenza verso l'Italia. Ho ancora una casa lì e quindi abbiamo un tetto sopra la testa. Resteremo in Italia per circa una settimana in attesa di ulteriori sviluppi. Io ho potuto fare questa scelta, ma tanti altri non hanno avuto la stessa opportunità.
Cioè?
In molti qui in Ucraina non sono automuniti. Io ho una macchina perchè lavoro su tutto il suolo nazionale, ma tanti altri sono abituati a muoversi con i mezzi pubblici. Ho parlato con un uomo di 79 anni che non avrebbe saputo dove andare e soprattutto come spostarsi. La via di fuga più sicura al momento è via terra. In aeroporto c'è il rischio di non riuscire a partire per voli cancellati
C'è davvero la convinzione che possa esplodere un conflitto armato?
Siamo tutti sicuri che qualcosa cambierà: la tensione è troppa per non sfociare in qualcosa di nuovo, ma il timore non è indirizzato verso un conflitto armato. Le persone qui temono attacchi indiretti o un golpe. Non c'è paura per un attacco ai civili e il governo dall'altra parte ha chiesto ai civili di continuare la vita di sempre.
Crede che la maggior parte degli italiani sia rimasto per cause di forza maggiore?
No, non esattamente. Qui hanno casa, affetti, lavoro. Molti non saprebbero dove andare in Italia, questo è vero, ma è dato dal fatto che in tantissimi ormai hanno tutto il loro mondo qui. Chi ha pensato di lasciare il Paese e non ha raggiunto l'aeroporto, non aveva come farlo via terra. Però non penso che le persone "costrette" a restare siano la maggioranza. C'è la convinzione che non ci sarà un conflitto armato, anche se resta una certa tensione nell'aria. Si parla di questa situazione ogni giorno, ma si ritiene che l'escalation diretta sia un'ipotesi lontana.