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Covid 19

Covid Cina, le foto satellitari rivelano file record fuori i crematori: è giallo sul numero di morti

Secondo il governo di Pechino, i morti ufficiali per Covid nella nuova ondata di contagi che sta colpendo il Paese sono 40. I numeri reali, però, sarebbero molto più alti: lo testimonia un’indagine del Washington Post, che ha messo a confronto le immagini satellitari rese disponibili da Mascar Technologies.
A cura di Ida Artiaco
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Le immagini satellitari all'esterno dei forni crematori in Cina.
Le immagini satellitari all'esterno dei forni crematori in Cina.
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Che i numeri comunicati dalle autorità sull'ondata Covid in corso non corrispondano alla realtà, è ormai un dato di fatto, a cui anche l'Oms ha chiesto di fare attenzione. Ma ad infittire il giallo sul bilancio di contagiati e morti in Cina ci sono alcune immagini satellitari di Maxar Technologies, pubblicate in esclusiva dal Washington Post, che mostrano lunghe file all'esterno dei forni crematori.

Secondo il quotidiano americano, le attività intorno ai centri mortuari, mettendo a confronto le immagini del 6 dicembre con quelle del 24 dicembre 2022, sono aumentate in sei diverse città del Paese: da Pechino a Nanchino, da Chengdu a Kunming, fino a Huzhou e Tangshan, suggerendo un volume di lavoro di gran lunga superiore rispetto ai mesi precedenti e allo stesso periodo del 2021.

Il tutto confermato da alcune testimonianze raccolte dal Washington Post: "Lavoro qui da sei anni e non è mai stato così affollato", ha affermato un addetto alla reception di un’impresa di pompe funebri nel sud-ovest della Cina. "I congelatori – ha aggiunto – erano pieni, tutti e otto gli inceneritori funzionavano 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e il telefono non ha mai smesso di squillare".

Anche dai post sui social media verificati dal The Post vengono rivelati lunghi tempi di attesa e personale sopraffatto presso strutture funerarie aggiuntive.

Eppure, secondo il governo di Pechino dal 7 dicembre, giorno in cui è stata annunciata la fine della strategia Covid Zero con lo stop a test, tracciamenti e quarantene, soltanto 40 persone sono morte ufficialmente a causa del virus, per un totale dal gennaio 2020 di circa 2.500 cittadini cinesi.

Numeri in netto contrasto con quanto osservato dal quotidiano a stelle strisce: analizzando le foto dall’alto del crematorio del distretto Tongzhou – alla periferia di Pechino – il Washington Post ha notato come tra il 22 e il 24 dicembre ci sia stato un’ampliamento del parcheggio al fine di contenere circa 100 veicoli in più. A ciò si aggiunga che il personale dell’impresa in quei giorni avrebbe inoltre lavorato ventiquattro ore al giorno per cremare 150 corpi, secondo un rapporto pubblicato e poi cancellato dal quotidiano statale Beijing Youth Daily.

"Come tendenza generale, nell’ultimo mese abbiamo assistito a un aumento dell’attività dei veicoli e del traffico in un certo numero di pompe funebri e crematori nelle città cinesi rispetto allo stesso periodo di tempo negli anni passati", ha concluso Stephen Wood, direttore di Maxar News Bureau, citato sempre dal Post, secondo cui "per il Partito comunista e il leader Xi Jinping le prove di un numero di morti esponenzialmente più alto di quello dichiarato rappresentano una sfida diretta alla loro narrazione della pandemia".

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