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Cos’è la Corte Penale Internazionale e che poteri ha il tribunale che chiede l’arresto di Netanyahu e Sinwar

La Corte Penale Internazionale è il tribunale che decide sui crimini di guerra e contro l’umanità. Lunedì il Procuratore capo ha chiesto un mandato d’arresto nei confronti di Netanyahu, Gallant e dei leader di Hamas. Se la richiesta venisse convalidata, gli Stati che aderiscono alla Corte Penale Internazionale avranno l’obbligo di arrestarli, se si trovassero nel loro territorio. Vediamo meglio i poteri della Corte Penale Internazionale e per quali crimini può intervenire.
A cura di Luca Capponi
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Lunedì 20 maggio la procura generale della Corte Penale Internazionale, il tribunale che decide sui crimini di guerra internazionali, ha chiesto il mandato d'arresto per i vertici di Hamas – tra cui il leader di Gaza Yahya Sinwar – e per i capi politici di Israele, il premier Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant. La richiesta è arrivata dal Procuratore capo Karim Khan e adesso un collegio di giudici dovrà decidere se accettarla o meno. La Corte Penale Internazionale (spesso abbreviata in ICC o in CPI, secondo le terminologie inglesi o francesi) ha sede a L'Aja, in Olanda, così come la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), ma i due organismi non vanno confusi. Quest'ultimo è il tribunale che giudica gli Stati: presso la Corte Internazionale di Giustizia è ad esempio in corso la causa presentata dal Sudafrica contro Israele per genocidio. La Corte Penale Internazionale ha invece competenza sui crimini di guerra e contro l'umanità e può procedere contro singoli.

Il compito della Corte Penale Internazionale è quello di giudicare gli individui ritenuti colpevoli di crimini internazionali. Il Procuratore capo Karim Khan ha chiesto l'arresto per tre capi di Hamas: il leader di Hamas nella Striscia di Gaza, Yahya Sinwar, il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh e il capo delle brigate al Qassam (l’ala armata di Hamas nella Striscia) Mohammed Deif. Le accuse a loro carico riguardano i crimini di "sterminio, omicidio, presa di ostaggi, stupro e violenza sessuale durante la detenzione". Consistono in crimini contro l'umanità anche le accuse rivolte a Benjamin Netanyahu e a Yoav Gallant, accusati di aver "causato lo sterminio, la fame come metodo di guerra – inclusa la negazione degli aiuti umanitari" e nell'aver "colpito deliberatamente i civili nel corso del conflitto".

Coloro che sono raggiunti da mandato d'arresto internazionale possono essere arrestati nei paesi che hanno firmato lo Statuto di Roma, il trattato che alla fine degli anni '90 ha istituito la CPI. I paesi che aderiscono allo Statuto di Roma sono 124. Altri 32 paesi hanno firmato ma non ratificato il trattato: fra questi ci sono Israele, la Russia e gli Stati Uniti. La Corte Penale Internazionale – al contrario dell'ICJ – non è un organo dell'Onu. Tanto è vero che tre dei cinque membri permanenti delle Nazioni Unite (USA, Cina e Russia) non vi aderiscono. Ha però alcuni legami con l'ONU: ad esempio il Consiglio di Sicurezza ha il dovere di segnalare al Procuratore della CPI una situazione nella quale appaiono essere stati commessi crimini di guerra. Lo stesso Karim Khan, nel marzo del 2023, aveva emesso un mandato d'arresto nei confronti di Vladimir Putin per “presunti crimini di guerra di deportazione di bambini dai territori ucraini occupati nella Federazione Russa". La Russia non riconosce la Corte Penale Internazionale, ma Putin potrebbe comunque essere arrestato se si trovasse sul territorio di uno Stato aderente alla Corte. Lo stesso potrebbe valere per i leader israeliani e quelli di Hamas accusati da Khan.

Cos'è la Corte Penale Internazionale e come funziona

La Corte Penale Internazionale è il tribunale che giudica i singoli (non gli Stati) che siano accusati di crimini di guerra o contro l'umanità. La sua base giuridica è lo Statuto di Roma – un trattato firmato nel 1998 ed entrato in vigore nel 2002 – che è il prodotto dei ripetuti tentativi da parte degli Stati di costruire un tribunale sovranazionale. Fin dal secondo dopoguerra si sono creati tribunali militari internazionali, per giudicare ad esempio i crimini compiuti dai nazisti nel processo di Norimberga. Negli anni successivi l'Onu ha caldeggiato la creazione di un tribunale ufficiale, con un suo statuto e una chiara codificazione dei crimini di guerra. Le richieste si furono pressanti nel biennio 1993-94, quando vennero istituiti tribunali ad hoc per le vicende legate al Ruanda e all'ex Jugoslavia. Proprio il presidente di uno dei tribunali ad hoc chiamato a giudicare dei crimini compiuti dalla Jugoslavia, l'avvocato e giudice Theodor Meron, fa parte della squadra del Procuratore Khan che ha chiesto l'arresto di Netanyahu e Sinwar. Ebreo nato in Polonia, passò l'infanzia in un campo di concentramento nazista. Del team di Khan fa parte anche l'avvocata Amal Clooney, moglie del celeberrimo attore di Hollywood.

Giurisdizione e poteri della Corte Penale Internazionale

La Corte Penale Internazionale ha una giurisdizione sovranazionale. Interviene solo nei casi in cui il singolo Stato non stia già conducendo un processo penale per crimini internazionali o non sia nelle condizioni di procedere, oppure non voglia farlo. Tali crimini devono essere stati commessi sul territorio di uno Stato parte oppure da un cittadino di uno Stato parte. Di conseguenza rientrano nella sua giurisdizione anche i crimini compiuti da un cittadino di uno Stato che non ha aderito alla CPI, qualora siano stati commessi sul territorio di uno Stato che invece riconosce l'autorità della Corte. La Palestina, con una dichiarazione del 1 Gennaio 2015, ha accettato la giurisdizione della Corte ed è diventata parte dello Statuto. La stessa Corte, nel 2021, ha deciso a maggioranza che la giurisdizione territoriale della Corte in Palestina si estende ai territori occupati da Israele dal 1967, vale a dire la Striscia di Gaza e la Cisgiordania. Per questo motivo i leader di Hamas sono processabili dalla CPI e lo stesso vale per i cittadini di Israele (che invece non è uno Stato parte) che abbiano commesso crimini nei territori palestinesi.

Uno Stato non parte, però, non è tenuto a estradare propri cittadini che abbiano commesso tali crimini in un Paese parte. Quindi Israele non avrebbe nessun obbligo a consegnare Netanyahu e Gallant alla giustizia, se venissero condannati. Le cose cambiano per i 124 Stati che hanno aderito allo Statuto di Roma e che sono teoricamente obbligati ad arrestare coloro che siano destinatari di un mandato d'arresto, se si trovassero nel loro territorio. Ma anche qui, la Corte non ha strumenti di coercizione e si deve affidare ai singoli Stati, che in passato spesso – magari per accordi tra i governi – sono venuti meno a quest'obbligo. Per quanto riguarda la decisione del Procuratore Khan, paesi come il Belgio e la Francia hanno già fatto sapere di appoggiare la Corte Penale Internazionale. Sono arrivate aperture anche dalla Germania. Del tutto critico invece Joe Biden (gli Stati Uniti non fanno parte della CPI), che ha definito "oltraggiosa" la decisione del procuratore capo. Dalla ratifica dello Statuto di Roma, la Corte ha emesso 42 mandati d'arresto, 21 dei quali sono stati eseguiti con l'aiuto degli Stati membri che hanno arrestato i ricercati entrati nel proprio territorio.

Quali sono i crimini di competenza della Cpi

La competenza della CPI è relativa ai crimini più gravi di rilievo per l’intera comunità internazionale. In particolare la Corte è competente per i cosiddetti crimina iuris gentium e cioè: genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Per "crimini contro l'umanità" si intende uno degli atti di una lunga lista dello Statuto (ad esempio: lo sterminio, la tortura, la schiavitù sessuale, l'apartheid e tanti altri) se commesso nell’ambito di un esteso o sistematico attacco contro popolazioni civili:

A partire dal 2018, anche i crimini di aggressione rientrano nella competenze della CPI. La Corte interviene inoltre in caso di gravi violazioni della Convenzione di Ginevra, cioè dei trattati internazionali che regolano il diritto umanitario.

Chi può rivolgersi al tribunale per i crimini internazionali

L’attivazione dell’intervento della Corte Penale Internazionale spetta al Procuratore, a uno Stato parte, oppure al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. A quest’ultimo è riconosciuto un doppio potere: può deferire una situazione alla Corte quando ritiene ritiene che ci siano i presupposti per il suo intervento e, inoltre, ha il potere di interrompere le attività di indagine e il procedimento per un periodo di 12 mesi successivi alla sua richiesta. Possono essere perseguiti solo i delitti commessi a partire dal 2002. Se è il Procuratore a far partire l'azione penale, questi deve necessariamente presentare alcuni dati alla Camera preliminare (Pre-Trial Chamber) per la richiesta di autorizzazione a procedere. La richiesta di procedimento può anche essere presentata da uno Stato parte (per qualsiasi caso) o dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ma solo nei casi di violazione della pace, minaccia della pace o aggressione.

Quali sono gli Stati membri e chi non riconosce la Cpi

Gli Stati che riconoscono la Corte Penale Internazionale sono 124, cioè più della metà del numero di paesi membri dell'Onu (193). Altri 32 Stati hanno aderito, ma non ancora ratificato il documento. Tra questi troviamo Israele, la Russia, gli Stati Uniti e il Sudan. La Cina, invece, non ha mai firmato né ratificato il Trattato. Un altro caso particolare è quello dell'Ucraina, che non è membro della Corte Penale Internazionale ma ne ha accettato la giurisdizione, in modo da rendere perseguibili i crimini di aggressione compiuti dalla Russia sul suo territorio.

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