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Cosa sta succedendo a Ceuta e come nasce la crisi dei migranti tra Spagna e Marocco

Ceuta è, insieme a Melilla, un’enclave spagnola in territorio marocchino: tra lunedì e martedì circa 8mila migranti hanno aggirato, a nuoto, le barriere presenti al confine raggiungendo le spiagge della cittadina spagnola. Le autorità di Madrid stanno ora rimpatriando i migranti, dopo due giorni di alta tensione conseguenza anche di una crisi diplomatica tra i due Paesi che nasce da lontano. Ecco cosa sta succedendo a Ceuta, cosa rappresenta questo territorio e perché è così importante e delicato.
A cura di Stefano Rizzuti
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Non è solo un arrivo di migranti. Non è solo una battaglia spagnola. Non è solo una mossa politica del Marocco. La situazione che sta vivendo in queste ore Ceuta tiene insieme tantissimi elementi: l’arrivo di 8mila migranti nella città autonoma spagnola che si trova in territorio marocchino ha inevitabilmente chiamato in causa questioni che vanno oltre il singolo episodio. Non a caso l’intervento dell’Ue è di ben altro tenore rispetto a quelli che solitamente accompagnano gli sbarchi di migranti in Italia. L’Ue non “si lascerà intimidire da nessuno” sui migranti, afferma il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas. Alla radio spagnola afferma chiaramente: “L’Europa non sarà vittima di tattiche”. Il che fa capire come non si tratti di un semplice sbarco di migranti, ma di una questione ben più complessa.

A Ceuta arrivati 8mila migranti in poche ore

Degli 8mila migranti arrivati in poche ore, tra lunedì e martedì, a Ceuta, il governo spagnolo e il suo premier Pedro Sanchez hanno fatto già sapere di averne rimandati indietro 4.800. Una parte di questi migranti starebbe tornando volontariamente in Marocco, secondo quanto apprendono alcuni giornali spagnoli. Ma per quanto riguarda gli altri rimpatri, in realtà previsti dagli accordi tra Spagna e Marocco, non ci sono informazioni. Tuttavia, in compenso, non mancano le denunce perché ai migranti non viene data la possibilità di presentare richiesta di asilo o di altre forme di protezione internazionale, come previsto dalla Convenzione europea dei diritti umani. All’accusa risponde il ministero dell’Interno spagnolo, sostenendo che le espulsioni siano avvenute prima del superamento del confine, non permettendo loro di presentare alcuna richiesta. Versione che, però, sembra non convincere i media spagnoli.

La situazione nelle ultime ore sembra essersi tranquillizzata, alla frontiera tra il Marocco e l’enclave spagnola di Ceuta si è tornati a un’apparente normalità, con la polizia marocchina che ha nuovamente intensificato le operazioni di contenimento dei tentativi di entrare nel territorio spagnolo da parte dei migranti. Anche se ancora ci provano in tanti. La Spagna prosegue sulla linea delle fermezza, come mostrano chiaramente le parole del premier, Pedro Sanchez: “Voglio comunicare agli spagnoli che ristabiliremo l’ordine con la massima celerità. Saremo fermi di fronte a qualsiasi sfida. L’integrità di Ceuta come parte della nazione spagnola sarà garantita dal governo con tutti i mezzi disponibili”. Ma da dove nasce la crisi dei migranti di Ceuta e perché, in realtà, è solo una parte di uno scontro più esteso?

Cos’è Ceuta e dove si trova l'enclave spagnola in Marocco

Ceuta è una città autonoma spagnola che si trova sulla punta settentrionale del Marocco: affaccia sullo Stretto di Gibilterra. Insieme a Melilla, che si trova sempre sulla costa marocchina, rappresenta un’enclave spagnola nel territorio del Marocco. Paese che ne ha più volte rivendicato l’inclusione all’interno dei suoi confini di Ceuta, ricevendo sempre un secco rifiuto da parte delle autorità di Madrid, secondo cui il territorio appartiene alla Spagna già da molto prima della nascita del Regno del Marocco e dell’indipendenza ottenuta nel 1956. Il territorio di Ceuta assume particolare importanza anche sul fronte dei migranti. Per alcuni rappresenta, come Lampedusa, una frontiera dell’Ue. In realtà ci sono importanti differenze, a partire dal fatto che si tratta di un territorio molto più sorvegliato e anche molto meno pericoloso (non essendoci lunghe traversate come quelle dalle coste libiche a quelle italiane). La Spagna ha cercato sempre di ostacolare il flusso migratorio, non solo attraverso la collaborazione delle autorità e della polizia marocchina, ma anche costruendo un muro di 20 metri, piazzando filo spinato e prevedendo anche barriere subacquee.

Cosa è successo a Ceuta: la crisi dei migranti

Tra lunedì e martedì circa 8mila migranti hanno preso d’assalto le barriere tra il Marocco e l’enclave spagnola di Ceuta: tra di loro c’erano anche più di mille minori. Solitamente la Spagna può contare sulla collaborazione della polizia marocchina, che respinge ogni tentativo di ingresso in territorio spagnolo. Tra lunedì e martedì questo non è successo e, all’improvviso, migliaia di migranti sono partiti a nuoto per aggirare le barriere. Approfittando di una certa passività da parte della polizia marocchina, ritenuta sospetta da Madrid. Anche a Melilla, tra l’altro, circa 100 migranti hanno tentato un’operazione simile. Tra i migranti arrivati a Ceuta all’alba, circa un centinaio è riuscito a disperdersi tra gli abitanti dell’enclave. La maggior parte, invece, è stata fermata sulla spiaggia.

La Spagna ha reagito in modo molto duro all’arrivo dei migranti, inviando anche i soldati e mezzi blindati. Mezzi e persone che, in alcuni casi, sono anche stati determinanti per soccorrere i migranti, come dimostra la foto simbolo di quanto avvenuto in questi giorni, con un neonato salvato in mare da un agente della Guardia Civil. Ma, secondo quanto denunciato da alcune organizzazioni, ci sono anche state delle azioni controverse da parte delle forze dell’ordine spagnole, come il fatto di aver tenuto molti migranti con i piedi in acqua – senza farli arrivare sulla spiaggia – per evitare che toccassero il suolo europeo. Inoltre un migrante è morto annegato.

La crisi diplomatica tra Spagna e Marocco e la figura di Brahim Ghali

Come sembrano dimostrare i numeri di questa azione, però, l’arrivo dei migranti non sembra casuale o realmente improvvisato. Dietro a questa vicenda sembra infatti esserci una crisi diplomatica tra Spagna e Marocco che si è acuita negli ultimi mesi. Tanto che l’ambasciatrice marocchina a Madrid, Karima Benyaich, ha sostanzialmente ammesso che si è trattato di un’azione politica: “Ci sono azioni che hanno delle conseguenze”. Le azioni a cui si riferisce riguardano Brahim Ghali, leader del Fronte Polisario per l’indipendenza del Sahara Occidentale, nemico delle autorità marocchine, sostenuto dall’Algeria e ora ricoverato, causa Covid, proprio in Spagna.

Ma facciamo un passo indietro: le tensioni si sono inasprite quando gli Stati Uniti, con il presidente Donald Trump, hanno accettato la sovranità marocchina sul Sahara Occidentale, una mossa non priva di interessi da parte degli Usa. Da quella decisione è nata la protesta proprio di Ghali. Trump ha quindi riconosciuto la sovranità del Marocco, autorizzando di fatto – secondo la stampa spagnola – una maggiore pressione da parte di Rabat per far sì di essere riconosciute ufficialmente dalla Spagna e dall’Ue come autorità legittime anche nelle aree controllate dal Fronte Polisario. Lo scontro diplomatico ha toccato il suo culmine dopo che Ghali, contagiato dal Covid, ha chiesto il ricovero in Spagna, ricevendo l’ok e venendo curato in un ospedale spagnolo dopo un trasferimento, a quanto pare facilitato anche dall’Algeria, sotto falso nome. In Spagna, nel frattempo, sono anche state riaperte le indagini su Ghali, che sarebbe accusato di presunte torture e maltrattamenti: finora l’inchiesta non ha però portato ad alcun indizio chiaro a suo carico e per questo non è mai andata a fondo. Il ricovero di Ghali ha fatto scoppiare il caso diplomatico, mettendo fine alla tregua tra i due Paesi. E ora il Marocco sembra voler usare i migranti come merce di scambio per poter ottenere qualcosa in cambio. Un equilibrio molto instabile che rischia di inclinare ulteriormente i rapporti tra i due governi. Ma sempre sulla pelle di chi spera solo di poter scappare da guerre e povertà raggiungendo l’Europa.

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