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Cosa sappiamo sulla chiusura dell’aeroporto di Monaco di Baviera dopo l’avvistamento di droni

L’aeroporto di Monaco di Baviera è stato chiuso temporaneamente nella serata di ieri, 2 ottobre, a seguito del sorvolo diversi droni “di grosse dimensioni”, scrive la Bild. 17 voli cancellati e 15 deviati verso altre città. La polizia non è riuscita ad intercettarli e il premier bavarese Markus Söder ha chiesto di poter abbattere i velivoli “subito”. L’episodio si inserisce in una serie di intrusioni molto simili in tutta Europa.
A cura di Biagio Chiariello
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Una serata movimentato all’aeroporto di Monaco di Baviera, tra i più trafficati della Germania e d’Europa. Giovedì sera, 2 ottobre, lo scalo è stato costretto a sospendere tutte le operazioni di volo dopo una serie di avvistamenti di droni non identificati che hanno sorvolato l’area aeroportuale del ‘Franz Josef Strauss'. La decisione di interrompere i decolli e dirottare gli arrivi è arrivata poco dopo le 22, quando i droni erano stati segnalati più volte dai testimoni e confermati dagli agenti della Polizia Federale presenti sul posto.

"Si trattava probabilmente di cinque o sei droni alari con un diametro di circa un metro" secondo la Bild. Uno avrebbe avuto "un'ampia apertura alare", si legge ancora. La polizia sarebbe accorsa molto rapidamente sul posto, ma gli oggetti volanti "erano già scomparsi".

In poche ore la chiusura ha paralizzato il traffico: 17 voli in partenza non hanno potuto lasciare lo scalo, con quasi 3mila passeggeri costretti a rimanere a terra, mentre altri 15 aerei in arrivo sono stati dirottati verso Stoccarda, Norimberga, Francoforte e, oltre confine, a Vienna. Nei terminal, per fronteggiare l’emergenza, sono state allestite brandine e distribuiti snack, coperte e bevande ai viaggiatori rimasti bloccati. Solo alle prime luci del mattino, intorno alle 5, le operazioni sono potute riprendere regolarmente.

La ricostruzione della serata

I primi avvistamenti, racconta la stampa tedesca, sono stati registrati attorno alle 21.30. Poco dopo, un nuovo passaggio dei droni ha spinto le autorità a sospendere in via precauzionale ogni movimento nello scalo. Le ricerche, condotte anche con elicotteri, non hanno però portato al ritrovamento dei velivoli, né è stato possibile stabilirne con certezza il tipo o le dimensioni a causa dell’oscurità.

La chiusura ha avuto un impatto ancora più significativo considerando che tra le 22 e mezzanotte l’attività a Monaco è già limitata per rispettare la quiete notturna dei residenti, mentre dalle 00 alle 5 l’aeroporto resta normalmente chiuso.

Il sorvolo dei droni è avvenuto inoltre nel pieno dell’Oktoberfest, il celebre festival della birra che quest’anno richiama milioni di visitatori: la sospensione dei voli ha complicato ulteriormente gli spostamenti, in un contesto già teso dopo che nelle settimane scorse l’evento era stato interrotto per quasi un giorno a causa dell’esplosione di una casa e di un’allerta bomba.

La reazione politica: “Abbattete i droni”

Il caso ha acceso immediatamente il dibattito politico in Germania. Il primo ministro bavarese Markus Söder ha invocato una linea dura: “Gli incidenti con i droni dimostrano la pressione a cui siamo sottoposti. D’ora in poi la regola deve essere abbattere i droni invece di aspettare. La nostra polizia deve poterlo fare subito, con costanza”, ha dichiarato alla Bild.

Söder ha inoltre annunciato che la Baviera sta preparando una legge accelerata per rafforzare la difesa delle infrastrutture sensibili, chiedendo al governo federale di adattare al più presto anche la normativa nazionale sulla sicurezza aerea.

Un fenomeno sempre più diffuso in Europa

Quello di Monaco non è un episodio isolato. Soprattutto nelle ultime settimane diversi scali europei hanno dovuto fronteggiare intrusioni simili, che hanno sollevato dubbi sia sulla sicurezza dei voli sia su possibili strategie di disturbo di matrice ostile.

Tra il 22 e il 23 settembre, gli aeroporti di Copenaghen e Oslo sono rimasti bloccati per ore a causa della presenza di due o tre droni di grandi dimensioni nello spazio aereo circostante. Migliaia di passeggeri sono stati coinvolti, con voli cancellati o dirottati. Nei giorni successivi la Danimarca ha segnalato nuove attività sospette, con lo scalo di Aalborg costretto a sospendere i voli per circa un’ora nella notte, mentre anche gli aeroporti di Esbjerg e Sønderborg, insieme alla base militare di Skrydstrup, hanno denunciato sorvoli irregolari. Le autorità danesi hanno parlato apertamente di un possibile “attacco ibrido”, ipotizzando una regia coordinata dietro alle incursioni.

Il 29 settembre, poi, anche la Romania ha registrato un episodio simile: un piccolo drone civile è stato avvistato nei pressi dell’aeroporto internazionale “Henri Coandă” di Bucarest, costringendo le autorità a sospendere temporaneamente gli atterraggi.

La prospettiva europea: il progetto del “muro di droni”

Le incursioni hanno spinto i leader europei a riunirsi a Copenaghen nei giorni scorsi per discutere di una strategia comune. Sul tavolo l'ipotesi di un "muro di droni" lungo i confini orientali dell’Unione, la parte più esposta a eventuali azioni ostili, soprattutto di origine russa. L’idea sarebbe quella di dotarsi di sistemi difensivi capaci di neutralizzare intrusioni aeree non autorizzate, ma al momento non sono stati presentati dettagli concreti sul funzionamento e sulle tempistiche.

Intanto l’episodio di Monaco dimostra quanto possa essere fragile la sicurezza aerea di fronte a dispositivi piccoli, difficili da intercettare e potenzialmente pericolosi. Un allarme che riguarda non solo la Germania, ma l’intero Vecchio Continente, dove gli scali aeroportuali restano bersagli esposti a nuove forme di minaccia.

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