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Covid 19

Gli italiani in Cina rientrano domani: forse in struttura militare per 14 giorni

Il coronavirus di Wuhan continua a fare vittime: il bilancio dei morti è salito a 132, con oltre seimila nuovi contagi, più di quella della Sars, anche se l’incidenza dei nuovi casi di polmonite virale sembra rallentare. Pronta l’evacuazione dei cittadini stranieri: domani, giovedì 30 dicembre, tocca agli italiani. Forse trascorreranno gli eventuali 14 giorni di ‘sorveglianza’ sanitaria in una struttura militare.
A cura di Ida Artiaco
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Il coronavirus, che dalla città-focolaio di Wuhan si sta diffondendo rapidamente nel resto della Cina, continua a fare paura. Stando all'ultimo bollettino reso noto dai media all'alba di oggi, mercoledì 29 gennaio, il bilancio aggiornato è di 132 morti e oltre seimila contagi, superando quello della Sars nel 2002/2003, che si era fermato, secondo le statistiche ufficiali, a 5.327 infetti. Secondo il conteggio ufficiale, i contagiati sono 6.078 alle 18 locali, le 11 in Italia. Tuttavia, sembra che ci sia un possibile rallentamento di nuovi casi: ieri ne sono stati confermati 1.459 contro i 2.077 di lunedì. I sopravvissuti alla polmonite virale, già dimessi dall'ospedale, sono in totale 103. Prosegue intanto il rimpatrio degli stranieri dalla città-focolaio: domani, giovedì 30 gennaio, toccherà agli italiani.

Intanto, anche nel resto del mondo si stanno mettendo a punto piani per contrastare un eventuale emergenza, se il virus valicasse in maniera violenta i confini nazionali. Al momento, c'è il primo caso di polmonite negli Emirati Arabi e la Germania ne ha registrati ben quattro, che rappresentano anche i primi episodi di contagio avvenuti su territorio europeo. Uno dei cittadini tedeschi ammalatisi è un ingegnere, che non è stato in Cina ma ha contratto il virus da una collega senza sintomi di ritorno dal paese asiatico, trasmettendolo poi a sua volta ad altri tre colleghi. Con i tre casi francesi, i contagiati in Europa salgono così a sette, nessuno dei quali in Italia.

Coronavirus, gli Usa valutano lo stop dei voli da e per la Cina

La psicosi coronavirus sta arrivando anche negli Stati Uniti, dove il presidente Donald Trump starebbe valutando la sospensione dei voli da e per la Cina per contenere il rischio di contagio. Lo riferiscono i media americani, secondo cui l'ipotesi sarebbe stata discussa in una conference call tra funzionari del governo e manager delle maggiori compagnie aeree. Finora nessun altro Paese al mondo ha attuato un blocco così deciso. Ma l'indiscrezione, ancora neppure confermato, ha già gettato nel panico la Borsa di Hong Kong che, dopo la lunga chiusura per il Capodanno Cinese, ha riaperto in rosso del 3%, trascinata al ribasso dai titoli delle compagnie aeree, ma anche di tecnologia e lusso.

A Wuhan italiani in quarantena: domani il rimpatrio

Intanto, sono partiti nel corso della notte i primi aerei per evacuare i cittadini stranieri da Wuhan, epicentro del contagio, i cui 11 milioni di abitanti sono stati messi in quarantena dalle autorità cinesi. Il primo è stato quello americano, con a bordo i diplomatici del consolato e alcuni cittadini, che farà scalo in Alaska prima di atterrare a San Francisco. Toccherà poi ai giapponesi e infine domani, giovedì 30 gennaio, ai 60 italiani rimasti in isolamento nella città-focolaio dell'infezione. Forse trascorreranno gli eventuali 14 giorni di ‘sorveglianza' sanitaria in una struttura militare. Una decisione definitiva non è stata ancora presa dal Ministero della Salute, ma questa al momento sembra l'ipotesi più accreditata per motivi logistici. Il volo, organizzato dall'Unità di crisi della Farnesina, decollerà una volta acquisite tutte le autorizzazioni da Pechino. L'aereo partirà dallo scalo di Wuhan con a bordo personale medico specializzato e all'arrivo in patria tutti i passeggeri seguiranno un protocollo sanitario definito dal ministero della Salute.

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