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In Iran ospedali collassati: “Rischio 700mila vittime di Coronavirus, la gente muore per strada”

In Iran, un uomo contagiato dal Covid-19 è crollato a terra alle porte di un ospedale nella città di Rasht, a nord della capitale Teheran. Nessuno lo ha soccorso perché all’interno della clinica non c’è più posto. Sono le drammatiche sequenze di un video diffuso dalla giornalista iraniana Masih Alinejad. Secondo le cifre ufficiali, nel Paese mediorientale sono 194 i morti con coronavirus, ma presto potrebbero essere decine di migliaia. “Se non ci saranno misure drastiche – avverto gli esperti – 700mila vittime entro la fine di maggio”.
A cura di Mirko Bellis
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Un uomo giace a terra. Pochi passi lo dividono dalla porta dell’ospedale Rasoul Akram. Nessuno dei presenti gli presta alcun aiuto e i cancelli della clinica rimangono chiusi. Il motivo? Non c’è più posto all’interno del sanatorio tutti i letti disponibili sono già stati occupati da altri pazienti affetti da coronavirus. Le strazianti immagini provengono dalla città di Rasht, nella provincia settentrionale di Gilan, uno dei focolai del Covid-19 in Iran. Il video che ritrae l’impotenza, e l’indifferenza, di fronte ad un possibile malato di coronavirus è stato diffuso dalla giornalista ed esule iraniana Masih Alinejad.

L’Iran è la terza nazione al mondo per numero di morti, dopo l’Italia e la Cina, nazione da cui è partito il virus. Secondo le cifre ufficiali diffuse domenica 8 marzo, nel Paese mediorientale sono 194 i morti a causa del Coronavirus, 6.566 le persone contagiate. Tra le ultime vittime anche il deputato Fatemeh Rahbar, il secondo politico iraniano a perdere la vita a causa del Covid-19. Proprio a Gilan, a nord della capitale Teheran, risulta uno delle province più colpite.

Stando ai numeri forniti da Mohammad Hossein Ghorbani, il rappresentante locale del ministero della salute, sarebbero più di 200 le vittime dell’epidemia. E il personale medico sta facendo l’impossibile per sopperire alla grave carenza di attrezzature e posti letto per poter curare i malati da coronavirus.

Anche in altre zone dell’Iran, gli ospedali ormai sarebbero ben oltre le proprie capacità. Un altro video mostra decine di pazienti in una stanza del nosocomio di Kashan, nella provincia centrale di Esfahan, dove la situazione a causa del contagio da coronavirus è stata definita come “estremamente pericolosa”.

“Senza misure drastiche le vittime da coronavirus arriveranno a 700mila”

Gli esperti nominati da Teheran per combattere la diffusione del coronavirus hanno disegnato uno scenario apocalittico. “Se non verrà adottata una completa quarantena delle zone infette – avvertono – in Iran le vittime da coronavirus arriveranno a 700mila entro maggio”. A dirlo è un membro dell’organismo centrale iraniano per la lotta all’infezione del Covid-19 (National Headquarters to Contain and Fight Coronavirus – Nhcfc). Se l’attuale situazione dovesse continuare in questo modo, ha rivelato in forma anonima il funzionario governativo, con un isolamento totale il numero di vittime potrebbe presto raggiungere le 200.000 persone. Senza una completa quarantena, la cifra arriverebbe addirittura a 700mila. Sempre secondo questo funzionario, il Nhcfc avrebbe chiesto ai leader della repubblica islamica di dichiarare la legge marziale allo scopo di fermare il movimento di persone da e verso le aree infette. Una richiesta che però è stata respinta. “[Il governo] ha ripristinato il normale orario di lavoro – ha affermato – e questo ha provocato l’aumento dei viaggi e dei pendolari. Se non si informano le persone delle reali dimensioni del disastro – ha aggiunto – è ovvio che queste non si prendano sul serio quello che sta succedendo”.

Di fronte al dilagare del contagio, Teheran ha rilasciato nei giorni scorsi più di 54.000 detenuti nel tentativo di combattere la diffusione del Covid-19. Un numero che in queste ore è aumentato fino ad arrivare a 70mila.  “I prigionieri condannati a più di cinque anni non saranno liberati”, ha assicurato Ebrahim Raisi, capo della magistratura iraniana. “Il rilascio di detenuti continuerà, a patto che non crei insicurezza nella società”, ha spiegato Raisi senza fornire dettagli precisi sulla durata delle scarcerazioni.

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