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Covid 19

Coronavirus, Hong Kong: ospedali a rischio collasso, chiudono ristoranti e spiagge

Per il quinto giorno consecutivo ad Hong Kong si superano le 100 unità di contagi, quando meno di un mese fa la media giornaliera era sotto la decina. Le autorità locali hanno imposto l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi pubblici e il divieto di assembramento per gruppi più larghi di due persone: “la situazione è molto preoccupante”.
A cura di Biagio Chiariello
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Hong Kong, inizialmente un modello nel contenimento della pandemia da Covid 19, comincia a risentire in maniera seria degli effetti dell’emergenza. Il sistema ospedaliero sta rischiando di "collassare" con l'impennata di casi: questo l'allarme lanciato dalla governatrice Carrie Lam che, invitando a restare a casa, ha spiegato che la città è "sull'orlo di un focolaio di comunità su larga scala". Ieri si sono registrati 145 nuovi infetti. Un record negativo che porta le autorità a stabilire nuove misure di contenimento come l'obbligo per i cittadini di indossare le mascherine in pubblico e il divieto di assembramento per gruppi più larghi di due persone. Tra gli altri provvedimenti, ristoranti palestre, piscine, spiagge e cinema chiusi e e riapertura rinviata di asili e scuole internazionali, il 40 per cento dei dipendenti pubblici di nuovo al lavoro da casa, tamponi a tappeto per i tassisti.

Covid 19, la situazione ad Hong Kong

Hong Kong, che ha affrontato bene la pandemia nelle battute iniziali, continua a registrare più di 100 infezioni al giorno, quando meno di un mese fa la media giornaliera era sotto la decina. Ma ora “la situazione è molto preoccupante” ha avvertito il governo locale. Gli esperti hanno attribuito la nuova ondata di contagi ad alcune criticità nelle regole per gli ingressi, che consentono di evitare test e quarantena ad alcune categorie di viaggiatori provenienti dalla Cina, dove i contagi sono ai massimi da marzo. E le colpe sarebbero da attribuire anche agli equipaggi degli aerei e quelli delle navi. Un’inchiesta del South China Morning Post ha evidenziato che sui 111 casi importati dall’8 luglio, 34 sono piloti di aereo, steward e marinai (30% del totale). Tra i nuovi malati, 28 fanno parte dell’esercito di lavoratori domestici stranieri che prestano servizio nelle case dei residenti benestanti: il 25% dei casi importati.

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