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Consegnano il loro bimbo ai militari Usa per paura dei talebani, neonato sparito nel nulla a Kabul

Era il 19 agosto scorso quando, in mezzo a una folla caotica si accalcava fuori dall’aeroporto della capitale dell’Afghanistan in cerca di una via di fuga, i due genitori presero quella decisione di una frazione di secondo nella convinzione di poter mettere in salvo il bimbo ma che invece si è rivelato ora il loro incubo.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di archivio
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Una decisione quasi istintiva davanti alla paura dei talebani che conquistavano Kabul ma che ora rimpiangono come uno dei loro più grossi errori perché di quel loro figlioletto di appena due mesi affidato nelle mani dei soldati statunitensi non ne hanno sentito più nulla. È la straziante storia del calvario che si sono trovati ad affrontare due genitori afghani, Mirza Ali Ahmad e sua moglie Suraya, che sono riusciti successivamente a lasciare il Paese ma che da allora non hanno avuto più notizie del loro ultimogenito, il piccolo Sohail. Stando al loro racconto, era il 19 agosto scorso quando, in mezzo a una folla caotica si accalcava fuori dall'aeroporto della capitale dell’Afghanistan in cerca di una via di fuga, presero quella decisione di una frazione di secondo nella convinzione di poter mettere in salvo il bimbo ma che invece si è rivelato ora il loro incubo.

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Quel giorno la coppia, accompagnata dai cinque figli si era diretta verso lo scalo di Kabul come tante altre migliaia di persone anche perché provvista dei requisiti necessari per poter lasciare il paese a bordo di uno dei voli militari in partenza. Come hanno raccontato alla Reuters, volevano andare via proprio con gli americani con i quali l’uomo ha collaborato durante la permanenza delle forze Usa nel Paese ma, davanti al muro di soldati e alla calca, hanno temuto per l’incolumità del bimbo e hanno deciso quindi di passare a un militare quel piccolo fagotto. Da quel momento di lui però hanno perso ogni traccia. Neanche quando finalmente sono approdati in Usa sono riusciti ad avere qualche informazione sul piccolo o sul miliare che lo ha preso in consegna.

I due, che si trovano ora a Fort Bliss, in Texas, con altri rifugiati afghani in attesa di essere reinsediata da qualche parte negli Usa, hanno raccontato che hanno sentito un soldato americano, in piedi su un'alta recinzione, chiedere se avevano bisogno di aiuto. A quel punto hanno consegnato a quel militare il piccolo immaginando che presto sarebbero arrivati ​​all'ingresso, che distava solo 5 metri. La famiglia però ha impiegato più di mezz'ora per attraversare la recinzione dell'aeroporto e una volta dentro, non sono più riusciti a localizzare Sohail. La coppia ora ha lanciato un appello pubblico nella speranza che qualcuno possa fornire informazioni utili per il ritrovamento del bimbo

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