“Con i soldi europei vengono colpite le navi ONG nel Mediterraneo”: la denuncia di Sea Watch

“La missione di ieri è iniziata come ogni giorno all’alba, abbiamo sorvolato il Mediterraneo centrale e segnalato due casi di barche in pericolo alle autorità”, racconta a Fanpage.it Joseph Oertel, coordinatore tecnico su Sea Bird, l’elicottero di ricognizione della ONG tedesca Sea Watch. “Successivamente la nostra crew ci hanno chiesto di supportare la nave Freedom Flotilla, che a quanto denunciato dal suo equipaggio sarebbe stata colpita da un drone nelle prime ore di ieri – continua Oertel – e quando siamo arrivati sul luogo, nella zona di ricerca e soccorso maltese, la nave non si muoveva ma imbarcava acqua dal ponte di poppa. Non siamo riusciti a comunicare con l’equipaggio, ma li abbiamo sentiti comunicare con le autorità maltesi”.
Nelle prime ore di venerdì 2 maggio 2025, la nave umanitaria Conscience, parte della Freedom Flotilla Coalition, diretta verso Gaza, è stata colpita da droni armati in acque internazionali a circa 17 miglia nautiche dalla costa di Malta. L'attacco ha causato gravi danni strutturali, soprattutto al generatore elettrico, e un incendio a bordo. Sull’imbarcazione si trovano ancora 30 persone, attivisti internazionali provenienti da tutto il mondo.
La Freedom Flotilla Coalition ha attribuito la responsabilità dell'attacco a Israele, citando precedenti minacce e incidenti simili, come il raid del 2010 che causò la morte di nove attivisti. L'esercito israeliano ha dichiarato di essere a conoscenza dei rapporti sull'incidente e di stare esaminando la situazione. Le autorità maltesi hanno confermato di aver ricevuto una chiamata di soccorso poco dopo la mezzanotte e di aver inviato una nave pattuglia e supporto antincendio. Tutte le persone a bordo sarebbero state messe in sicurezza, sebbene alcuni abbiano rifiutato di abbandonare l'imbarcazione. Secondo quanto hanno scritto gli attivisti sulla loro pagina Instagram, stamane le autorità maltesi avrebbero fermato la nave mentre provava ad entrare in acque territoriali maltesi e ad avvicinarsi alla costa per proteggersi da eventuali nuovi attacchi.

“Noi non ci fidiamo di Malta, le autorità maltesi si sono macchiate spesso di diverse violazioni dei diritti umani e non supportano le navi ONG, per questo era importante per noi essere lì e monitorare la situazione”, continua l’attivista di Sea Watch, aggiungendo che “succede spesso che con soldi europei vengano attaccate le navi ONG che operano nel Mediterraneo ma quanto successo ieri è qualcosa di nuovo, un'emergenza mai vista e non ci aspettiamo alcuna trasparenza dalle autorità di Malta nel supportare la Freedom Flotilla”.
L'attivista Greta Thunberg, che avrebbe dovuto unirsi alla missione a Malta, ha condannato l'attacco, definendolo una grave violazione del diritto internazionale e dei diritti umani. Anche Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei territori palestinesi, ha richiesto un'indagine indipendente sull'incidente.
La missione della Freedom Flotilla mirava a sfidare il blocco navale imposto da Israele su Gaza e a fornire aiuti umanitari alla popolazione civile. La stessa popolazione che, dallo scorso marzo, è costretta a morire di fame. Israele, infatti, da un mese ha intensificato il blocco su Gaza, aggravando la crisi umanitaria nella Striscia. Gaza è “sull’orlo del collasso totale“, ha dichiarato ieri la Croce Rossa internazionale, “se gli aiuti umanitari non riprenderanno immediatamente, il Comitato Internazionale della Croce Rossa non avrà più cibo, medicine e beni essenziali per continuare molti dei suoi programmi a Gaza”.



