Chi sono gli attentatori di Sydney: uno si chiama Naveed Akram. “Forse sono di origine pakistana”

Resta ancora incerto il numero esatto degli attentatori che hanno aperto il fuoco sulla folla a Bondi Beach. Secondo quanto emerge dalle indagini, gli uomini armati sarebbero almeno due, ma le autorità australiane non escludono il coinvolgimento di un terzo sospetto, attivamente ricercato nelle ore successive alla strage. La sparatoria è avvenuta mentre sulla spiaggia era in corso una celebrazione della festività ebraica di Hanukkah, attirando centinaia di persone, tra famiglie, bambini e anziani.
Uno dei responsabili è stato identificato come Naveed Akram, di circa 25 anni, residente a Bonnyrigg, nella zona sud-occidentale di Sydney. Al momento non è stato chiarito se Akram sia l’attentatore rimasto ucciso sul posto o quello ferito gravemente e arrestato. La sua abitazione è stata perquisita dalla polizia poche ore dopo l’attacco. Sui social network, il suo nome risulta associato a un giovane che in passato avrebbe frequentato un istituto islamico nella città.
Fonti investigative riferiscono che i responsabili sarebbero probabilmente di origine pakistana, ma le autorità non hanno confermato ufficialmente la loro nazionalità. Non sono state rese note neppure le identità e le cittadinanze delle vittime. Secondo quanto trapela, al momento non risultano cittadini italiani coinvolti, e non sono pervenute segnalazioni al consolato.
Nel corso di una conferenza stampa, la polizia ha inoltre confermato il ritrovamento di un ordigno esplosivo improvvisato (IED) all’interno del veicolo utilizzato da uno degli attentatori. L’ordigno è stato disinnescato dagli artificieri, evitando conseguenze potenzialmente ancora più gravi.
Un ulteriore elemento emerso riguarda i precedenti di sicurezza di almeno uno degli aggressori. Il direttore generale dell’Asio, l’agenzia di intelligence australiana, Mike Burgess, ha confermato che uno degli attentatori figurava nelle liste di sorveglianza. “Era noto sia a noi sia alla polizia del New South Wales, ma non era considerato una minaccia imminente”, ha spiegato. “Ora dobbiamo capire cosa sia cambiato e se esistano altri individui con intenzioni simili”.
Burgess ha precisato che, allo stato attuale, non ci sono indicazioni di una minaccia più ampia, ma le verifiche sono in corso all’interno delle comunità di riferimento. Il livello di allerta terroristica nazionale resta classificato come “probabile”, una definizione che indica una possibilità concreta di nuovi attacchi. “Purtroppo – ha concluso – stasera abbiamo visto quel rischio materializzarsi”.