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Chi era l’attentatore ucciso a Parigi: dubbi sulla sua reale identità, forse tunisino

L’uomo fu fermato nel 2013 per furto e dichiarò di esser marocchino ma sul foglietto che aveva addosso e in cui giurava fedeltà all’Isis comprare il nome di un tunisino.
A cura di Antonio Palma
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È mistero in Francia sulla reale identità dell'attentatore ucciso giovedì mentre si dirigeva con un coltello in mano e una finta cintura esplosiva verso un commissariato di polizia del 18esimo arrondissement di Parigi urlando Allah Akbar. Se in un primo momento le forze di polizia avevano parlato di un cittadino marocchino di venti anni già raggiunto da un provvedimento di espulsione, in realtà dai successivi accertamenti la vera identità dell'uomo è stata messa in discussione. L'uomo non aveva documenti di riconoscimento addosso e la sua identificazione è avvenuta attraverso le impronte digitali che già erano nel database della polizia transalpina. L'uomo infatti era stato già arrestato nel 2013 insieme ad altri per un furto di occhiali avvenuto a Saint-Maxime, in Costa Azzurra, nel sud della Francia, e per questo espulso.

In quella occasione dichiarò di chiamarsi Sallah Alì e di essere un senzatetto nato a Casablanca, in Marocco, nel 1995 e di aver trascorso dei periodi in Germania e in Italia. È questa l'identità constatata dagli inquirenti ieri dopo il tentato attacco. Il sindaco di Saint-Maxime intervistato dai media francesi ha confermato ricordando che "fu fermato per furto insieme ad altre persone. A un certo punto fu identificato come un senzatetto residente nel vicino comune di Cogolin. Si sa per certo che era un tipo che andava di città in città vagabondando. Non l’abbiamo mai più rivisto dopo”.

Durante l'accertamento sui suoi indumenti gli inquirenti però hanno trovato il disegno della bandiera dell'Isis e un foglietto con il testo di rivendicazione a nome dello stato islamico, scritto a mano, in cui si fa riferimento ad altri nomi. Il testo comincia con la frase “Je suis Abou…” (Io sono Abou…), poi l’uomo, che giurava fedeltà al califfo Abu Bakr al-Baghdad, dice di essere tunisino e di chiamarsi Tarek Belkacem. A complicare ancora di più le cose l'aspetto fisico dell'uomo che dimostra molto più dei 20 anni dichiarati come si vede da una foto pubblicata dall’emittente BfmTv .

Lo stesso procuratore di Parigi Francois Molins, intervistato da France Info, ha confermato i dubbi. "Non siamo affatto sicuri che l’identità che abbiamo constatato sia vera" ha spiegato infatti il magistrato, aggiungendo: "Il nome dato contraddice con quello scritto nel testo di rivendicazione dello Stato islamico trovato ieri in tasca dell’uomo”. Forse maggiori certezze potranno arrivare dall'esame della scheda telefonica tedesca ritrovata sul suo corpo e ora al vaglio degli inquirenti.

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