Chi è Jeremy Corbyn, il leader dei laburisti britannici che ha sfidato Theresa May

Abbiamo "cambiato la politica in meglio", così a caldo il leader laburista inglese Jeremy Corbyn si è rivolto ai suoi elettori dopo il voto nazionale in Gran Bretagna, che ha sancito un sostanziale stallo nel Parlamento di Londra ma anche la netta crescita del suo partito che può sicuramente fargli cantare vittoria. Un successo rappresentato da oltre trenta seggi in più rispetto alla passata consultazione elettorale e che sicuramente è frutto di questi anni di lavoro alla guida del suo partito di cui ha preso le redini nel 2015 dopo la sconfitta nelle elezioni vinte dai conservatori di David Cameron.
Per molti è anche la vittoria della sinistra inglese che torna a fare la sinistra dopo gli anni del riformismo di Tony Blair. Nato nel 1949 a Chippenham, nel sudovest dell'Inghilterra, Jeremy Corbin infatti rappresenta saldamente l’ala sinistra del Labour Party con un passato da sindacalista come rappresentante dei lavoratori tessili. Candidato per la prima volta all'inizio degli anni '80, da allora Corbyn non ha mai più smesso di fare il politico e il parlamentare. Per ben 32 ani infatti ha continuato a occupare un seggio alla Camera dei Comuni, ma questo no gli ha impedito di essere visto come l'uomo nuovo al comando dei laburisti.
Corbyn, che si definisce socialista, ha sbaragliato la concorrenza alle primarie del partito nel 2015 dopo anni passati a lottare conto le politiche di austerity dell'Ue e soprattutto contro gli interventi armati del Paese nei vari teatri di guerra nel mondo. Schierato apertamente contro la Brexit, dopo il voto e la vittoria del leave ha subito una mozione di sfiducia da parte dei suoi parlamentari ma è stato poi riconfermato alla guida del partito a stragrande maggioranza.
Corbyn si è presentato a queste elezioni in Gran Bretagna con un programma molto spinto e che toccava alcuni dei tasti più sensibili per l'elettorato di sinistra, dalle rette universitarie alle tasse sui grandi patrimoni, dalle nazionalizzazioni di trasporti e energia alla sanità pubblica con lo slogan “Ai tanti, non ai pochi”. Promesse che non lo hanno portato alla conquista di downing street ma a un grosso passo avanti per il suo partito.