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Guerra in Ucraina

Che cos’è il borscht e che c’entra con la guerra in Ucraina

L’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità il borscht, famosa zuppa rossa ucraina. “Data la situazione contingente del conflitto, non si poteva attendere”. Ira di Mosca: “Tutto è oggetto di ucrainizzazione”.
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A cura di Ida Artiaco
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Immagine da Wikimedia.
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Il borscht, piatto tipico dell'Ucraina, è stato dichiarato ieri patrimonio dell'umanità dall'Unesco. La famosa zuppa rossa a base di barbabietole, cavolo fresco, brodo, carne di manzo e maiale condita con panna acida, cotta a fuoco lento per almeno un'ora e mezza, era candidata nel 2019 e doveva essere valutata tra il 2023 e il 2024 ma vista la situazione critica in cui versa il Paese, con la guerra che va avanti da più di 4 mesi dopo l'invasione della Russia, il comitato straordinario ha deciso di anticipare a quest'anno la decisione e procedere d'urgenza, con il sostegno anche dell'Italia.

È la prima volta che il comitato straordinario prende una decisione del genere. "Data la situazione contingente del conflitto, non si poteva attendere", ha fatto sapere l'Unesco. L'approvazione è stata all'unanimità, nessuna obiezione e nessuna modifica. Parere unanime legato al fatto che "la pratica e la tradizione delle conoscenze legate alla realizzazione del piatto rischiano di disperdersi per via del perdurare del conflitto".

Soddisfazione è stata espressa anche da Kiev. "La vittoria nella guerra del Borscht è nostra", ha scritto sui social il ministro della Cultura di Kiev Oleksandr Tkatchenko, che ha aggiunto: "L'Ucraina "vincerà la guerra del Borscht e anche questa guerra".

Mosca, invece, che ha sempre rivendicato la paternità della ricetta, ha definito la decisione dell'Unesco un caso di "nazionalismo" ucraino, parlando di "ucrainizzazione. Per dare al mondo un esempio culinario dell'attuale nazionalismo di Kiev citerò un fatto: hummus e pilaf sono riconosciuti come piatti nazionali di diversi Paesi", ha scritto su Telegram la portavoce del ministero russo degli Esteri, Maria Zakharova. "Ma da quello che capisco – ha continuato – tutto è oggetto di ucrainizzazione".

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