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Centinaia di migranti al confine tra Bielorussia e Polonia, Ue: “Lukashenko li sfrutta per colpirci”

Ci sono centinaia di persone ammassate al confine tra Bielorussia e Polonia dopo che questa mattina si è creata una lunga carovana che puntava verso la frontiera. La polizia polacca – schierata con dodicimila uomini – dice di aver respinto un attacco e di essere certa che dietro ai migranti c’è l’esercito di Lukashenko, che li ha scortati fin lì. Durissima la condanna dell’Ue, che parla di “strumentalizzazione dei migranti per fini politici” da parte della Bielorussia, e della Nato: “L’uso dei migranti da parte del regime di Lukashenko come tattica ibrida è inaccettabile”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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L'Unione europea (e la Polonia) da un lato, la Bielorussia dall'altro. In mezzo centinaia di migranti in marcia, al centro di un braccio di ferro. La situazione al confine tra Bielorussia e Polonia è degenerata questa mattina, quando un gruppo di almeno mille persone – le stime oscillano fino a cinquemila – ha iniziato a percorrere l'autostrada che collega i due Paesi puntando la frontiera. I video sono rimbalzati su tutti i canali social e le forze di confine polacche – 12mila soldati secondo il governo – si sono schierate per respingere la folla. Mariusz Blaszczak, ministro della difesa polacco, ha parlato di una situazione "sempre più tesa" a Kuznica, località di confine dove sono arrivati i migranti.

L'accusa della Polonia è durissima: la folla sarebbe scortata ed esortata dai militari di Lukashenko, che avrebbero portato fisicamente i migranti al confine. I militari dicono di aver "respinto un attacco" da parte delle persone arrivate alla frontiera, e aggiungono di aver visto chiaramente accanto a loro soldati di Minsk. "È un altro esempio dell'attività ostile del regime bielorusso contro la Polonia", ha spiegato Stanislaw Zaryn, portavoce dei servizi di sicurezza polacchi. Allarme anche in Lituania, con il ministro dell'Interno che ha chiesto lo stato d'emergenza e i militari che si stanno schierando lungo il confine con la Bielorussia.

"Questa è la prosecuzione del tentativo disperato del regime di Lukashenko di sfruttare le persone per destabilizzare l'Unione europea e i valori che sosteniamo – ha annunciato un portavoce della Commissione Ue – abbiamo ripetutamente e fermamente rigettato tentativi di strumentalizzare i migranti per motivi politici". Peter Stano, portavoce dell'Alto rappresentante Ue Josep Borrell, ha poi spiegato che sono in corso delle discussioni all'interno del Consiglio Ue per modificare l'attuale regime di sanzioni diretto contro Lukashenko "per tenere in considerazione anche le nuove minacce" provenienti da Minsk, "inclusa la strumentalizzazione dei migranti". La condanna arriva anche dalla Nato: "Chiediamo alla Bielorussia di rispettare il diritto internazionale – ha affermato un funzionario – L'uso dei migranti da parte del regime di Lukashenko come tattica ibrida è inaccettabile".

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