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Il caso Epstein

Caso Epstein, Trump annuncia querela al Wall Street Journal: “10 miliardi di dollari per il falso biglietto”

Donald Trump chiede 10 miliardi di dollari di risarcimento al Wall Street Journal, che lo accusa di aver scritto un biglietto dai contenuti osceni a Jeffrey Epstein. Il caso si riaccende mentre il presidente Usa attacca la sinistra “facinorosa” e chiede la pubblicazione dei fascicoli segreti sull’amico-finanziere.
A cura di Francesca Moriero
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"Anche se la Corte desse la sua piena e incrollabile approvazione, nulla sarà sufficiente per i facinorosi e i lunatici della sinistra radicale che chiedono la pubblicazione dei documenti su Epstein. Vorranno sempre di più, di più, di più. MAGA!". È con queste parole, postate questa mattina su Truth, che Donald Trump ha riacceso una polemica che sembrava sopita. Il presidente Usa ha infatti dichiarato di aver chiesto formalmente al Dipartimento di Giustizia di rendere pubbliche le testimonianze rese davanti al Grand Jury nel caso Epstein, subordinandone però il rilascio all’approvazione della Corte. Un’apertura apparente, seguita da un durissimo attacco a quelli che definisce “nemici politici” intenzionati a danneggiarlo a ogni costo. Ma il cuore dello scontro è certamente un altro: un articolo del Wall Street Journal pubblicato pochi giorni prima, in cui si accusa Trump di aver scritto nel 2003 un biglietto di auguri dal contenuto osceno per Jeffrey Epstein, in occasione del suo 50° compleanno. Trump ha annunciato querela e chiesto ben 10 miliardi di dollari di risarcimento per danni alla reputazione.

Il biglietto "osceno": cosa scrive il Wall Street Journal

Il caso nasce da un’inchiesta pubblicata dal WSJ, secondo cui l’allora imprenditore Donald Trump avrebbe contribuito a un album di auguri organizzato da Ghislaine Maxwell per il compleanno di Epstein. L’album, rilegato in pelle e contenente decine di lettere, fu assemblato prima del primo arresto del finanziere nel 2006; secondo il giornale, la pagina attribuita a Trump conterrebbe un breve messaggio dattiloscritto, incorniciato da un disegno realizzato a mano raffigurante una donna nuda stilizzata, con due piccoli archi per i seni e una firma, “Donald”, tracciata in modo ondulato. Il messaggio si concluderebbe con questa frase: "Buon compleanno e che ogni giorno possa essere un altro meraviglioso segreto".

Il contenuto, considerato “licenzioso” da chi ha avuto accesso al documento, sarebbe stato in passato analizzato da funzionari del Dipartimento di Giustizia. Non è però chiaro se quella pagina sia oggi parte dei materiali desecretati o in corso di revisione nell’ambito dei cosiddetti “fascicoli Epstein”.

La smentita del tycoon: "Non ho mai disegnato una donna in vita mia"

La risposta di Trump è stata immediata e veemente: in un’intervista concessa al Wall Street Journal, lo stesso che ha pubblicato l’inchiesta, il presidente Usa ha negato con forza ogni coinvolgimento: "Non sono io. È tutto falso. Non ho mai scritto quella lettera, né fatto quel disegno. Non ho mai disegnato una donna in vita mia. Non sono le mie parole, non è il mio linguaggio". Aggiunge poi che si tratta dell’ennesimo attacco orchestrato contro di lui dalla stampa ostile, e annuncia una causa multimiliardaria: "Farò causa al Wall Street Journal proprio come ho fatto con tutti gli altri. Chiederò dieci miliardi di dollari per i danni che mi hanno arrecato".

Il WSJ non arretra: "Difenderemo il nostro giornalismo"

La testata non ha fatto passi indietro: in una nota ufficiale, Dow Jones, società editrice del quotidiano, ha ribadito la correttezza del lavoro svolto. "Abbiamo piena fiducia nel rigore e nella precisione delle nostre informazioni, e ci difenderemo con forza da qualsiasi attacco legale". Nessuna rettifica o ritiro dell’articolo è stata annunciata. Il Wall Street Journal sostiene di aver esaminato direttamente le pagine dell’album di auguri, la cui provenienza resta però riservata. La fonte, o le fonti, che avrebbero avuto accesso al materiale potrebbero aver lavorato in passato con le autorità o essere coinvolte nella revisione federale dei documenti relativi a Epstein e Maxwell.

Il ritorno dello spettro Epstein: politica, segreti e reputazione

La storia personale e politica di Trump incrocia quella di Epstein da decenni: i due sono stati fotografati insieme più volte tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000, spesso in occasione di eventi mondani. In una vecchia intervista, Trump definiva Epstein “un tipo fantastico” che “ama le belle donne, anche molto giovani”. Una frase tornata a perseguitarlo. Dopo l’arresto di Epstein nel 2006 per abusi sessuali su minori, seguito da un controverso patteggiamento, e poi nel 2019 per traffico sessuale, conclusosi con la morte del finanziere in carcere in circostanze mai del tutto chiarite, Trump ha sempre affermato di aver preso le distanze: "Non lo frequentavo più", ha dichiarato più volte.

Eppure, la riapertura dell’affaire Epstein attraverso nuove desecretazioni, testimonianze e fascicoli federali rischia di gettare nuove ombre. Anche per questo, Trump ora rilancia: sì alla pubblicazione dei documenti, ma solo se approvata dalla Corte. E no alle “diffamazioni”, come quella, sostiene lui, veicolata dal Wall Street Journal.

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