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Burkina Faso, uccisi due giornalisti spagnoli: stavano girando documentario contro il bracconaggio

Due giornalisti spagnoli sono stati uccisi in Burkina Faso dopo un agguato nell’est del Paese nei confronti di una pattuglia anti-bracconaggio, al seguito della quale c’erano formatori e  reporter occidentali. Tre le persone ferite.
A cura di Davide Falcioni
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Due giornalisti spagnoli –  David Beriain e Roberto Fraile – sono stati uccisi in Burkina Faso dopo un agguato nell'est del Paese nei confronti di una pattuglia anti-bracconaggio, al seguito della quale c'erano formatori e  reporter occidentali. Tre le persone ferite. A renderlo noto la ministra degli Esteri Arancha González. Diverse fonti della sicurezza in Burkina Faso hanno confermato la morte dei due cronisti. Secondo fonti locali e di sicurezza, dopo l'attacco sono si sono perse le tracce anche di un irlandese e di un burkinabé.

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Come è avvenuto l'attacco ai giornalisti spagnoli

Stando a quanto accertato l'agguato è stato condotto intorno alle nove di questa mattina lungo la strada che collega Fada N'Gourma e Pama. I giornalisti si trovavano in questa zona, vicino al Parco Nazionale degli Arli, per realizzare un documentario sulla lotta delle autorità del Burkina Faso al bracconaggio. Il convoglio, composto da due pick-up e una ventina di motociclette su cui viaggiavano giornalisti, agenti ambientali e una scorta di sicurezza militare, era partito alcune ore prima dal paese di Natiaboani e si è fermato al chilometro 60. Gli spagnoli sono scesi e hanno fatto decollare un drone per scattare fotografie aeree quando è iniziato l'attacco. La ferocia e la determinazione dei killer è stata tale che gli uomini della scorta al convoglio non sarebbero riusciti a reagire e si sarebbero dispersi nel giro di pochi minuti.

In Burkina Faso rapito anche un italiano nel 2018

Negli ultimi anni ci sono stati diversi rapimenti di stranieri in Burkina Faso, poverissimo Paese dell'Africa occidentale che dal 2015 ha subito attacchi jihadisti sempre più frequenti. Una aveva riguardato l'architetto veneto Luca Tacchetto e la sua compagna canadese Edith Blais, rapiti nel dicembre 2018 e tornati liberi solo dopo 15 mesi nel marzo del 2020. Precedentemente una coppia australiana era stata sequestrata a Djibo (al confine con Mali e Niger) nella notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016 durante un'azione apparentemente coordinata con attacchi a Ouagadougou: quella notte i jihadisti avevano aperto il fuoco in caffè, ristoranti e hotel nella zona della vita notturna della capitale, uccidendo 30 persone e ferendone 71. La donna, Jocelyn Elliot, era stata consegnata dai suoi rapitori alle autorità nigeriane circa un mese dopo il suo rapimento mentre l'uomo è ancora scomparso.

Dapprima concentrati nel nord del Paese, al confine con il Mali, gli attacchi attribuiti a gruppi jihadisti tra cui il Gruppo sostegno all'Islam e ai musulmani (Gsim) affiliato ad Al-Qaeda e lo Stato islamico nel grande sahara (Eigs) ha poi preso di mira la capitale e altre regioni, in particolare l'est e il nord-ovest. Dal 2015 le azioni violente dei jihadisti hanno causato oltre 1.200 morti e oltre un milione di sfollati.

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