video suggerito
video suggerito

Breivik si lamenta del carcere: “Caffè troppo freddo e poco burro”

In una provocatoria lettera di lamentele, il terrorista norvegese autore del massacro di 77 persone ad Oslo e Utoya, protesta contro il trattamento ricevuto in carcere che considera una «violazione dei suoi diritti umani».
A cura di Biagio Chiariello
35 CONDIVISIONI
Breivik si lamenta del carcere: "Caffè troppo freddo e poco burro"

Il caffè è freddo, non c'è abbastanza burro per il pane e la cella è gelida. Lamentele che inducono un condannato a ribellarsi per le condizioni «disumane» della propria detenzione. Il condannato in questione si chiama Anders Behring Breivik, 33enne norvegese, autore del massacro di 77 persone tra Oslo e l'Isola di Utoya, per la maggior parte giovanissimi. Per quell'attentato il terrorista di estrema destra sta scontando una condanna a 21 di carcere (il massimo previsto dal codice penale norvegese) in una cella nel carcere più bello del mondo. Eppure ieri, come scrive la BBC, Breivik ha scritto una lettera alle autorità penitenziarie del suo Paese per protestare contro il trattamento ricevuto in carcere che considera una «violazione dei suoi diritti umani».

Dubito fortemente ci siano strutture di detenzione peggiori di questa in Norvegia».

Le autorità norvegesi non hanno rilasciato alcun commentato sulla lettera di Breivik. Tuttavia il suo avvocato ha confermato che i dettagli del documento di 27 pagine fatti trapelare del giornale norvegese VG sono autentici. Questa la lista delle altre "lamentele" avanzate dal condannato:

  • Le lamette della prigione sono "troppo taglienti"
  • La cella è troppo fredda e lo costringe a indossare tre strati di vestiti
  • Gli interruttori della luce e della televisione sono al di fuori della cellula, quindi è costretto a chiedere aiuto ogni volta che vuole canale o quando vuole addormentarsi

Quella di Breivik non è niente più che l'ultima delle sue continue provocazioni. Basti pensare che solo qualche giorno prima della lettera di protesta, aveva annunciato l'intenzione di donare la divisa indossata quel tragico 24 agosto dello scorso anno al museo della resistenza norvegese, dedicato alla lotta contro l'occupazione tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale. Il motivo? Anche lui ha combattuto per il suo paese.

35 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views