Brasile, esperimento con il vaccino cinese: intera città immunizzata, morti e contagi in picchiata

Non si può certo dire che sia stato un esempio virtuoso nella lotta alla pandemia di Sars-Cov-2, eppure il Brasile si è reso protagonista di un esperimento positivo i cui risultati stanno facendo il giro del mondo e dimostrano una volta di più che grazie ai vaccini è possibile tenere sotto controllo i contagi: a Serrana, città di 45mila abitanti nello stato di San Paolo, la quasi totalità della popolazione tra febbraio e aprile ha ricevuto il vaccino cinese CoronaVac, sviluppato e prodotto dall'azienda pubblica Sinovac e approvato il primo giugno anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
L'esperimento – chiamato semplicemente "Progetto S" – è stato organizzato su base volontaria ma ha comunque visto l'adesione del 95 per cento degli adulti. A coordinarlo sono stati l’Istituto Butantan, il centro di ricerca pubblico con sede a San Paolo, e la casa farmaceutica cinese Sinovac che tre giorni fa, nel corso di una conferenza stampa, hanno reso noti i risultati dello studio: il numero di positivi sintomatici è sceso dell’80% e i ricoveri causati dalla malattia sono diminuiti dell’86%. Il dato più importante è però quello dei morti, che sono calati del 95% in un periodo in cui nel resto nel paese i decessi erano migliaia al giorno.
La larga adesione alla campagna di vaccinazione ha avuto effetti positivi anche tra coloro che non si sono vaccinati: contagi e decessi sono infatti diminuiti anche tra i minori di 18 anni e tra coloro che, per ragioni di salute, non avevano potuto ricevere il farmaco anti-Covid. I risultati dello studio – hanno spiegato i ricercatori "mostrano che è possibile controllare la pandemia vaccinando circa il 75% della popolazione". Butantan, che ha coordinato gli studi clinici di CoronaVac e sta anche producendo il vaccino cinese in Brasile, non ha ancora pubblicato i dati completi dei risultati del “Progetto S”, ma ha dichiarato che li rivelerà a breve. Nel frattempo l'esperimento rappresenta l'ennesima sconfessione per Jair Bolsonaro, presidente che a lungo ha negato la pericolosità della pandemia e l'efficacia dei vaccini.