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Bimba violentata e non curata in ospedale: morta a 10 anni. Esplode l’indignazione in India

La morte di una bimba di 10 anni violentata nello stato del Bihar ha scosso l’India. Accuse di ritardi nelle cure e proteste infuocate evidenziano discriminazioni sociali e il fallimento di un sistema sanitario fragile e diviso.
A cura di Biagio Chiariello
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La morte di una bambina di soli 10 anni, vittima di uno stupro brutale nello stato del Bihar, ha scosso l’India e acceso un faro su una tragedia che va ben oltre il singolo episodio. La piccola è spirata domenica mattina all’ospedale pubblico di Patna, dopo un presunto ritardo nelle cure che ha sollevato un’ondata di indignazione e rabbia. A riportarlo sono i giornalisti indiani Seetu Tewari e Cherylann Mollan della BBC.

Lo zio racconta di ore interminabili trascorse in ambulanza, di una bambina che, invece di trovare soccorso immediato, è stata lasciata in balia del tempo, tra reparti e attese senza fine. L’ospedale però smentisce, definendo “infondati” questi racconti.

Ma il dolore e il senso di ingiustizia restano.

La vittima apparteneva alla comunità Dalit, la più emarginata tra le caste indù, da sempre vessata da discriminazioni radicate e violenze innumerevoli. E in questa tragedia si intrecciano i nodi di un sistema sanitario fragile, una giustizia che fatica a proteggere i più vulnerabili e un Paese diviso tra legge e realtà.

Dalle pagine dei giornali, la vicenda è poi esplosa nelle piazze, mentre i leader dell’opposizione puntano il dito contro il governo locale, accusandolo di gravissime responsabilità. I volti straziati dei familiari, le proteste infuocate, le richieste di verità si moltiplicano giorno dopo giorno.

La piccola era scomparsa mentre giocava, trovata poi ferita a bordo strada, con ferite da coltello che raccontano un’agonia indicibile. Arrestato l’uomo sospettato, vicino di casa della zia, ma la domanda rimane: perché tanta lentezza da parte dei medici? Perché non è stato salvato quel fragile filo di vita?

Lo sguardo si sposta sull’ospedale, sulle sue corsie dove l’angoscia si mescola alla burocrazia. Il personale sostiene che i protocolli siano stati seguiti, che la bambina è stata spostata da un reparto all’altro per la complessità delle ferite, ma la verità ha il volto di una vita spezzato troppo presto.

La comunità e l’opinione pubblica non si arrendono. La Commissione nazionale per i diritti umani e quella per le donne chiedono ora chiarezza, indagini e giustizia. Perché dietro un caso così drammatico c’è l’urgenza di cambiare, di non lasciare nessuno solo, soprattutto chi è più fragile.

La tragedia ha messo sotto i riflettori anche le condizioni disastrate delle strutture sanitarie del Bihar, a pochi mesi dalle elezioni regionali. Un paziente morso da un topo mentre dormiva in ospedale, ventilatori rotti, medici insufficienti: è un quadro che denuncia una realtà agghiacciante.

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