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Covid 19

“Beati i perseguitati per giustizia”, l’omaggio al medico eroe di Wuhan a un anno dalla morte per covid

Tantissimi messaggi di omaggio sui social cine sei e a Wuhan per  Li Wenliang, il medico cinese morto di covid dopo aver cercato inutilmente di lanciare l’allarme sul pericolo di un nuovo virus e per questo perseguitato dal regime di Pechino. Il medico, oftalmologo all’ospedale centrale di Wuhan rimase contagiato mentre assisteva i pazienti.
A cura di Antonio Palma
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"Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli" è uno dei messaggi di omaggio che i suoi concittadini di Wuhan hanno voluto lasciare per  Li Wenliang, il medico cinese morto di covid dopo aver cercato inutilmente di lanciare l'allarme sul pericolo di un nuovo virus e per questo perseguitato dal regime di Pechino. A un anno esatto dalla sua morte avvenuta il 6 febbraio dello scorso anno in piena pandemia da covid nella città epicentro del contagio cinese e poi mondiale, molti in Cina lo hanno voluto ricordare sui social per ricordare il suo esempio nonostante il governo cinese abbia cercato in tutti i modi di fare calare il silenzio su quanto accaduto e sula sua persona.

La sua memoria è stata commemorata da un piccolo gruppo  persone davanti all'ospedale centrale di Wuhan con mazzi di fiori e messaggi ma sui social dove i cinesi hanno voluto ricordare a migliaia il nome di Li Wenliang. Il medico, oftalmologo all'ospedale centrale di Wuhan, nella provincia di Hubei, si era accorto che tra i pazienti c'erano molti con gli stessi sintomi gravi e condivise sui social network le proprie preoccupazioni sulla diffusione di un nuovo coronavirus simile alla Sars già nel dicembre del 2019. Un segnale di allarme che se accolto dalle autorità locali avrebbe potuto sicuramente porre un freno la pandemia mondiale ma che invece non solo non fu ascolto ma addirittura additato come propaganda antigovernativa

Sia le autorità locali cinesi sia quelle centrali di Pechino erano più preoccupate di evitare  possibili fughe di notizie verso l'estero che potessero macchiare l'immagine del Paese che di una possibile pandemia. Li Wenliang  fu quindi convocato dalla polizia che lo accusò di diffondere notizie non vere, arrestandolo con l'accusa di procurato allarme, salvo scarcerarlo quando è stato chiaro che i suoi allarmi erano pienamente giustificati. Il medico fu poi contagiato da un paziente durante il suo lavoro perché non aveva protezioni  ed è morto dopo alcuni gironi di ricovero a 34 anni

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