Argentina: gettarono politici vivi in mare, anche un’amica di Papa Francesco: 48 condanne

Si è concluso con 48 condanne, di cui 29 ergastoli, il più importante processo della storia della giustizia argentina per i crimini commessi durante la dittatura militare tra il 1976 e il 1983 e per i famigerati voli della morte. I numeri sono impressionanti: per fare luce sugli efferati crimini compiuti dal regime e sulla sorte dei circa 30mila desaparecidos, le persone scomparse durante la dittatura, la Corte ha ascoltato circa 800 testimoni. 789 le vittime prese in considerazione dal processo. Ci sono voluti 5 anni per arrivare a questo giorno attesissimo da centinai di sopravvissuti e dai parenti delle vittime, molti dei quali presenti in aula. Alla sentenza, durata oltre 4 ore, hanno assistito anche decine di attivisti che si battono per la difesa dei diritti umani. La lettura del verdetto è stata seguita anche all’esterno dal tribunale, dove era stato montato un grande schermo
Tra le persone condannate c’è anche Alfredo Astiz, oggi 67enne, noto come ‘l'angelo della morte’: un agente sotto copertura del regime che negli anni della dittatura si infiltrò in gruppi di attivisti, compresa l'associazione delle Madri di Plaza de Mayo, che chiedevano la verità sui loro figli scomparsi. Tra i dissidenti politici gettati vivi in mare dagli aerei durante i cosiddetti voli della morte, anche una cara amica di Papa Francesco, la dottoressa Esther Carega, attivista popolare socialista e marxista, arrestata dei militari dopo aver denunciato la scomparsa di sua figlia, Ana Maria, allora 16enne e incinta. Venne uccisa insieme ad altre 11 persone nella notte del 14 dicembre del 1977. I due piloti del volo della morte della Carega, Mario Daniel Arrù e Alejandro Domingo D'Agostino, sono tra i condannati all'ergastolo.