Anestesista avvelena 30 pazienti e ne uccide 12 contaminando le flebo, condannato all’ergastolo in Francia

Ergastolo, è questa la sentenza di condanna per Frédéric Péchier, il medico anestesista francese accusato di aver avvelenato 30 pazienti uccidendone 12 attraverso la contaminazione delle flebo in ospedale. La sentenza della Corte d'Assise del Doubs è arrivata oggi al termine di un processo durato oltre tre mesi. I giudici hanno accolto in pieno le richieste dell’accusa condannando il 53enne per tutti e trenta i casi per cui era imputato e imponendone l’arresto immediato. Per lui ergastolo, con una pena minima di 22 anni, interdizione permanente dall'esercizio della professione medica.
Frédéric Péchier, che non era mai stato arrestato finora e che continua a professarsi innocente, è stato immediatamente posto in custodia dalla polizia e trasferito in carcere. Il suo legale però ha già annunciato ricorso in appello dicendo di non essere "per nulla convinto dall'accusa" e di rimanere "convinto" dell'innocenza del suo cliente sottolineando la mancanza di prove inconfutabili. La difesa continua a sostenere che vi era effettivamente un serial killer di pazienti nell’ospedale ma che non era il dottor Frédéric Péchier
Il tribunale francese però è stato di diverso avviso ritenendo l’uomo come l'unico "denominatore comune" negli arresti cardiaci e negli eventi avversi gravi subiti dai 30 pazienti identificati nel caso. L’uomo quindi è stato ritenuto colpevole dei 30 avvelenamenti, di cui 12 mortali, commessi tra il 2008 e il 2017 in due cliniche private di Besançon, su pazienti di età compresa tra i 4 e gli 89 anni.
Secondo l’accusa, il medico 53enne è "uno dei più grandi criminali della storia ", che ha "usato la medicina per uccidere”. Per la Procura, a spingerlo sarebbe stata la volontà di mostrare il suo talento ma anche la voglia di danneggiare i colleghi e gli altri operatori sanitari con cui era in conflitto e di "alimentare la sua sete di potere".
Per i pm, il medico avrebbe contaminato le sacche per flebo con potassio, anestetici locali, adrenalina ed eparina per indurre l'arresto cardiaco o l'emorragia nei pazienti curati dai colleghi. Frédéric Péchier inizialmente ha negato questa teoria durante l'inchiesta, ma fin dall'inizio del processo ha cambiato idea sostenendo che un avvelenatore aveva effettivamente operato in una delle due cliniche private in cui lavorava ma ha negato fermamente di essere lui l'avvelenatore.