Afghanistan, i talebani bloccano Internet per 48 ore: “Donne murate in casa, la rete è loro finestra sul mondo”

"Da un momento all'altro ci siamo trovati senza connessione e senza telefono, eravamo completamenti isolati e fuori dal resto del mondo, impossibilitati a comunicare o a chiedere aiuto. Immaginate cosa voglia dire al giorno d'oggi trovarsi con un telefono privo di segnale, per di più in un paese come l'Afghanistan".
Silvia Redigolo, responsabile comunicazione della Fondazione Pangea, descrive così a Fanpage.it la situazione degli ultimi giorni in Afghanistan, dopo che lo scorso 29 settembre il governo dei talebani ha deciso di tagliare la connessione Internet nel Paese "per prevenire il vizio", su ordine del capo supremo, Hibatullah Akhundzada.
"Vuol dire che non puoi avvisare se stai bene o se stai male, vuol dire non avere contatti con i proprio cari fuggiti altrove, dopo il ritorno dei talebani ma soprattutto vuol dire non riuscire a far sapere al mondo cosa avviene in questo Paese", aggiunge la responsabile comunicazione della Fondazione che da tanti anni opera nel Paese.
Nella serata di ieri, mercoledì 1 ottobre, dopo 48 ore di stop, Internet e la rete di telefonia mobile hanno ricominciato a funzionare in diverse province. Il ritorno della rete è stato festeggiato da centinaia di persone che sono scese in piazza a Kabul.
Senza Internet e connessioni mobili, il Paese è stato gettato nel caos. La maggior parte delle attività di banche, uffici postali e mercati è rimasta paralizzata, gli ospedali hanno dovuto funzionare senza accesso alle cartelle cliniche dei pazienti. Tutti i voli sono stati cancellati all'aeroporto di Kabul martedì.
"A un certo punto ci siamo trovati isolati, impossibilitati a comunicare. A tratti la connessione tornava all’improvviso ma poi tutto tornava offline. – ha raccontato ancora la responsabile comunicazione di Pangea – Per di più i disagi per un Paese già provato da una forte crisi economica sono stati molteplici, si bloccano le banche, gli uffici, gli ospedali".
Uno degli aspetti più gravi di questa situazione è stato il blocco dell'istruzione. "Quel poco che ancora veniva garantito, – spiega Redigolo – soprattutto per le donne che attraverso Internet possono documentarsi, studiare e sapere cosa accade in Occidente".
I talebani sono tornati al potere in Afghanistan il 15 agosto 2021, quando hanno conquistato Kabul, la capitale, completando una rapida offensiva militare iniziata pochi mesi prima.
Questo è accaduto dopo che gli Stati Uniti e le forze NATO hanno iniziato il ritiro definitivo dal Paese, concluso formalmente il 30 agosto 2021, ponendo fine a 20 anni di presenza militare occidentale.
"Per tutte loro è una finestra sul mondo che rischia di chiudersi. – aggiunge – In passato gli editti talebani hanno murato le donne in casa, coprendo le finestre che davano sulla strada".
"Ora vogliono murare anche le finestre virtuali che possono essere potenti in un Paese dove le donne non possono neanche andare in giro da sole. La loro preoccupazione è forte e anche la nostra".