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Abusi e pedofilia: la commissione vaticana indaga su Dziwisz, braccio destro di Giovanni Paolo II

Papa Francesco avrebbe istituito una Commissione per chiarire i fatti relativi ad abusi e pedofilia da parte del clero polacco. Lo scrive la stampa locale sottolineando che le indagini sul caso riguarderebbero anche il cardinale Stanislaw Dziwisz, lo storico segretario di Giovanni Paolo II.
A cura di Davide Falcioni
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Papa Francesco avrebbe istituito una Commissione per chiarire i fatti relativi ad abusi e pedofilia da parte del clero polacco. Lo scrive la stampa locale sottolineando che le indagini sul caso riguarderebbero anche il cardinale Stanislaw Dziwisz, lo storico segretario di Giovanni Paolo II: per questa ragione da alcuni giorni Angelo Bagnasco, ex presidente della Confederazione Episcopale Italiana, si è recato in Polonia per svolgere indagini sulle presunte coperture concesse negli anni da alcuni vescovi ai preti pedofili.

Gli approfondimenti riguarderebbero anche un "pezzo grosso" della Chiesa, quel cardinale Stanislaw Dziwisz che è stato a lungo uno dei più fidi collaboratori di Papa Wojtyla e che di recente è apparso in tv negando ogni addebito e in particolare sostenendo di non essersi mai accorto della doppia vita del fondatore dei Legionari di Cristo Maciel Degollado, anche lui molto vicino a Giovanni Paolo II e uomo potente di quel pontificato. In un docufilm, che ha fatto scalpore in Polonia, sono state lanciate esplicite accuse proprio contro Dziwisz, che avrebbe secondo alcuni coperto numerosi abusi. La Commissione che sta facendo chiarezza, comunque, è stata chiesta anche dallo stesso porporato polacco al fine di fare piena luce su fatti sempre respinti come "calunnie".

In una nota di qualche mese fa il cardinale Stanislao Dziwisz ha dichiarato: "Posso dire in tutta coscienza che mai, ripeto mai, ho ricevuto denaro in cambio di partecipazione alle Messe papali; mai, sottolineo mai, ho ricevuto soldi per nascondere atti o fatti destinati alla superiore attenzione del Santo Padre; mai, e infine mai, ho favorito persone indegne a fronte di elargizioni inseribili in qualche perversa logica di baratto. Ho già respinto nel modo più netto le insinuazioni, diventate presto calunnie infamanti, contenute nel servizio mandato in onda dall’emittente polacca Tvn24 – spiega sempre il porporato –. Ma poiché scintille generate da quel servizio sono fuoriuscite dai confini della mia amata patria, piovendo anche in Italia e a Roma, desidero respingere con pari fermezza e ancora più accresciuto sdegno le allusioni maligne e le accuse diffamanti che vorrebbero intaccare il servizio da me reso in piena umiltà al santo Pontefice Giovanni Paolo II, la cui memoria è in benedizione dinanzi al mondo intero. Nel citato servizio si frullano insieme, con perfida abilità, flash di vita ecclesiale, brandelli di vicende fra loro non collegate e non collegabili, episodi che nella loro obiettività hanno – a quel che so – ben altra dinamica, il tutto condito da maligne accuse di mercimonio tanto inqualificabile quanto insussistente".

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