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Spagna, Podemos e Socialisti: “No a governo Rajoy, necessaria transizione”

I risultati definitivi delle elezioni politiche in Spagna: il Partito popolare conquista 123 seggi, con una perdita netta di 65 seggi rispetto a quattro anni fa, allo Psoe vanno 90 deputati, 69 a Podemos e 40 ai liberali centristi di Ciudadanos.
A cura di Susanna Picone
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UPDATE ore 16.15 – In Spagna è "tempo di compromesso storico". A dichiararlo è stato il leader di Podemos Pablo Iglesias, annunciando che al paese è necessaria una "transizione" e che il movimento da lui rappresentato, nato sull'onda delle proteste degli Indignados, "non consentirà di governare al Partido Popular" del premier conservatore uscente Mariano Rajoy, che ha ottenuto 123 seggi e resta il più votato in Spagna pur avendo perso la maggioranza assoluta dei consensi. "Nessun dubbio – ha rincarato Iglesias -. Podemos, agendo sia in modo attivo quanto passivo, non permetterà un governo del Pp". Ma a sostenere Rajoy non sarà neanche il Psoe, partito di centrosinistra arrivato secondo alle elezioni il cui leader ha assicurato che non voterà a favore di un nuovo governo conservatore. A questo punto, se nei prossimi giorni la situazione continuerà ad essere di stallo, una delle ipotesi più probabile è il ritorno alle urne.

Il Partito popolare del premier Mariano Rajoy è arrivato in testa alle elezioni politiche di ieri in Spagna ma non ha conquistato la maggioranza assoluta. Questi i risultati definiti del voto riportati sul sito del Ministero dell’Interno spagnolo, con il 100% dei seggi scrutinati. La percentuale dei votanti è stata del 73,20%, cinque punti in più rispetto al 2011. Il Partito popolare (PP) ha ottenuto il 28,72% di voti e ha conquistato 123 seggi: si tratta di un risultato ben lontano dai 176 seggi che gli avrebbero dato la possibilità di governare da solo. Il Partito socialista (Psoe) il 22,01%, 90 seggi. Boom di Podemos con il 20,65%, 69 seggi. Ciudadanos ha ottenuto il 13,93% dei voti, 40 seggi. Poi ancora Erc-Catsi: 2,39%, 9 seggi. DL: 2,25% con 8 seggi. EAJ-PNV: 1,20% con 6 seggi. IU-UPeC: 3,67%, 2 seggi. EH Bildu: 0,87%, 2 seggi. CCa-PNC: 0,33%, 1 seggio. Il premier spagnolo Rajoy, quando era ormai chiaro che dal voto era emerso un parlamento frammentato, ha affermato nella notte dalla sede del partito conservatore che tenterà di formare un “governo stabile”. Rajoy ha aggiunto davanti a centinaia di sostenitori che gridavano “Spagna! Spagna!” che adesso “inizia una tappa non facile” e che “sarà necessario parlare molto e raggiungere accordi”. “Abbiamo dovuto prendere delle decisioni difficili”, nel corso di questi ultimi quattro anni per lottare contro la crisi, ha riconosciuto Rajoy, aggiungendo di aver fatto “ciò che credevo fosse utile nell'interesse generale della Spagna”.

Finisce il bipartitismo spagnolo – Con il voto di domenica è finito in Spagna dopo 40 anni la stabilità politica garantita da un sistema popolare PP-PSOE. Con questi risultati gli scenari possibili sono diversi: per trovare la soluzione del complicatissimo puzzle ci sono circa due mesi, trascorsi i quali si tornerebbe al voto. Il primo a commentare i risultati delle elezioni è stato Pablo Iglesias: “È nata una nuova Spagna, siamo la prima forza politica nei paesi Baschi e in Catalogna, Podemos è l'unico partito di guidare un accordo sul territorio”, ha detto il leader di Podemos. Anche Alberto Rivera, leader di Ciudadanos, ha parlato di una “nuova era politica”.

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