Egitto, tregua in tensione. Ma è ancora strage: uccisi 36 Fratelli Musulmani

E' una sorta di calma in tensione, quella che si respira in Egitto nelle ultime ore. L’Alleanza dei gruppi pro-Morsi ha annullato la temuta manifestazione di piazza Roxy, a Heliopolis, nel timore che cecchini venissero piazzati lungo il tragitto. Ciò però non ha fermato le proteste dei sostenitori del deposto presidente: centinaia di dimostranti si sono radunati, a pochissima distanza dal palazzo della presidenza egiziana, con l'obiettivo di raggiungere la sede della Corte Costituzionale.
Intanto, le forze di sicurezza egiziane hanno annunciato che almeno 36 Fratelli musulmani sono stati uccisi, vicino alla prigione di Abu Zabaal, a nord della capitale. Secondo una prima ricostruzione, un mezzo della polizia, con 600 detenuti a bordo, è stato attaccato da un commando armato. "Un tentativo di fuga", secondo il ministero dell'interno, sventato nel sangue. "Le vittime sono morte soffocate dai gas lacrimogeni usati per fermare la loro fuga. I prigionieri erano riusciti a prendere in ostaggio un agente, durante il trasferimento a bordo di un veicolo della polizia in una prigione a nord del Cairo" è la tesi del Ministero.
"L'esercito non ha intenzione di prendere il potere e vuole l'inclusione degli islamisti", ha detto il generale al Sisi dopo la repressione. "Chiediamo che i seguaci dell'ex regime partecipino alla ricostruzione del percorso democratico e si integrino nel processo politico". Nella road map immaginata dal generale ci dovrebbe essere una revisione costituzionale e quindi nuove elezioni presidenziali e parlamentari. L'ex vicepresidente egiziano, ElBaradei, nel frattempo ha abbandonato l'Egitto per rifugiarsi a Vienna.