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USA, arrestato il manager di FCA Emanuele Palma: “Ha mentito sulle emissioni diesel”

Emanuele Palma, importante dirigente di Fiat Chrysler, è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta del dipartimento di giustizia degli Stati Uniti sulle emissioni dei veicoli diesel.
A cura di Davide Falcioni
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Emanuele Palma, importante dirigente di Fiat Chrysler, è stato arrestato nell’ambito dell'inchiesta del dipartimento di giustizia degli Stati Uniti sulle emissioni dei veicoli diesel. A renderlo noto Gina Balaya, portavoce dell’ufficio del procuratore distrettuale di Detroit.

Palma comparirà in tribunale alle 20 italiane ed è accusato di aver cospirato per ingannare i regolatori, i clienti e il pubblico sui sistemi di emissioni utilizzati sui veicoli diesel di Fca negli Usa, si legge in un documento del tribunale del 18 settembre. Non è stato possibile conoscere i nomi dei difensori di Palma. Fca ha dichiarato che sta analizzando i dettagli delle accuse e che collaborerà con le autorità. Il titolo ha esteso il ribasso fino al 2% a Milano dopo la notizia. A New York perde l’1,86%.

Emissioni inquinanti: a marzo ritirate negli USA oltre 850mila auto FCA

Nel marzo scorso Fiat Chrysler Automobiles ha volontariamente richiamato 862.520 auto negli Stati Uniti a seguito di un'inchiesta sulle emissioni condotta dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente americana: la mossa decisa dal gruppo italo-americano è arrivata dopo un test sulle emissioni condotto proprio dall'Epa. I modelli interessati dal richiamo sono stati prodotti fino al 2011: tra questi ci sono la Jeep Compass, il Dodge Journey, il Dodge Avenger e il Dodge Caliber. La decisione aveva incontrato anche il favore dell'Agenzia statunitense: "L’Epa dà il benvenuto all'azione di Fca di richiamare volontariamente i veicoli che non rispettano gli standard sulle emissioni americani. Offriremo assistenza ai consumatori  e continueremo ad assicurare che i produttori di auto rispettino le leggi messe a punto per tutelare la salute umana e l’ambiente", aveva commentato Adrew Wheeler, il numero uno dell’Agenzia per la protezione ambientale.

Il richiamo volontario da parte di Fca faceva parte del capitolo finale della vicenda sulle emissioni: precedentemente, infatti, la casa aveva raggiunto un accordo extragiudiziale con il Dipartimento alla giustizia americano attraverso il quale la società ha accettato di pagare circa 650 milioni di dollari per chiudere il contenzioso sulle emissioni e archiviare tutte le accuse di aver utilizzato una centralina con un software illegale. I particolare, Fiat Chrysler aveva accettato di pagare multe per 305 milioni di dollari al governo federale e allo Stato della California, oltre al richiamo di 104mila veicoli Ram 1500 e Jeep Grand Cherokee prodotti nel 2014, 2015 e 2016 con motori a gasolio a tre litri venduti solo negli USA  per installare i nuovi software".

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