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Covid 19

Smart working, proroga per la pubblica amministrazione: lavoro agile fino al 30 aprile

Il ministero della Pubblica amministrazione ha prorogato lo smart working per i dipendenti pubblici, al 50%, fino al 30 aprile. L’attuale scadenza era quella del 31 gennaio: con il rinnovo il lavoro agile potrà essere effettuato senza accordi individuali specifici fino al termine dello stato d’emergenza (per ora in scadenza, appunto, a fine aprile).
A cura di Stefano Rizzuti
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La pubblica amministrazione rinnova lo smart working. Altri tre mesi di lavoro agile per i dipendenti pubblici italiani. Non serviranno accordi individuali, ma in teoria almeno il 50% degli statali lavorerà da casa. Considerando l’attuale situazione epidemiologica, il ministero per la Pa ha ritenuto necessaria una proroga, considerando che non sono stati ancora redatti i piani operativi per il lavoro agile, che dovevano disciplinare lo smart working e portare al 60% la cifra degli impiegati da remoto. Lo smart working nella Pa al 50% era stato introdotto il 19 ottobre ed era stato prorogato a dicembre fino alla fine di gennaio. Ora arriva una nuova proroga fino al 30 aprile, come spiega il Messaggero, andando di pari passi con la proroga dello stato d’emergenza già rinnovato fino alla fine di aprile.

Le amministrazioni pubbliche dovevano chiudere i piani per il lavoro agile entro il 31 gennaio, ma per ora la maggior parte è in ritardo. Il Piano organizzativo del lavoro agile, il Pola, ha però una scadenza diversa per gli enti locali, come i comuni: se ne parlerà almeno in primavera. La proroga del ministero nasce dall’esigenza di evitare che gli uffici pubblici tornino pieni dall’inizio di febbraio. Per cui è stato prorogato il lavoro agile emergenziale. Senza i piani operativi, però, lo smart working non ha ancora criteri specifici, considerando che i Pola servono proprio per definire criteri uniformi per capire quali dipendenti possano lavorare da remoto e quali siano gli obiettivi temporali – magari anche ravvicinati – da fissare per il monitoraggio dell’attività lavorativa. Inoltre i piani devono prevedere anche la garanzia del diritto alla disconnessione.

Le linee guida per la stesura dei piani sono state approvate dal ministero a dicembre, quindi c’è stato poco tempo per le amministrazioni per poter preparare i propri piani. In alcuni casi, come avvenuto per i ministeri, per le agenzie fiscali e per alcune Regioni come l’Emilia-Romagna, i Pola sono a buon punto. Mentre per gli enti locali, a partire dai comuni, la strada sembra essere ancora molto più lunga. La mancata presentazione dei piani operativi entro i tempi previsti non comporta sanzioni. Senza i piani per lo smart working, il lavoro agile può essere applicato almeno al 30% dei dipendenti delle amministrazioni se viene richiesto.

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