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Pagamento Reddito di Cittadinanza a giugno 2023, data ricarica Inps e ultime novità

Il pagamento del Reddito di Cittadinanza di questo mese partirà il 27 giugno 2023 per coloro che già usufruiscono del sussidio. La data del pagamento per i neopercettori era fissata, invece, al 15 giugno 2023. Vediamo quali sono le ultime novità riguardo al superamento dell’Rdc da settembre 2023.
A cura di Daniela Brucalossi
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Gli accrediti del Reddito di Cittadinanza sono cominciati lo scorso 15 giugno 2023 a favore dei neopercettori, ovvero coloro che lo hanno ricevuto per la prima volta. Il 27 giugno, invece, sarà il turno di coloro a cui è stato erogato almeno una volta o hanno presentato richiesta di rinnovo dopo le prime 18 mensilità.

Gli importi dell'Rdc rimarranno invariati fino a settembre 2023, quando per i beneficiari dai 18 ai 59 anni senza disabilità, considerati "occupabili", entrerà in vigore l'assegno di Supporto per la formazione e il lavoro, mentre a gennaio 2024 partirà la prima mensilità dell'Assegno di Inclusione per i "non occupabili". Vediamo quali sono le ultime novità in merito al superamento del Reddito di Cittadinanza contenute del Decreto Lavoro – approvato all Senato lo scorso 22 giugno e ora all'esame della Camera – e quali saranno le categorie più penalizzate.

Pagamento Reddito di Cittadinanza a giugno 2023, date in calendario

Come ogni mese, anche a giugno 2023 il Reddito di Cittadinanza viene erogato in due tranche:

  • dal 15 giugno scorso lo hanno ricevuto coloro che ne beneficiano per la prima volta;
  • dal prossimo 27 giugno verrà accreditato a coloro che hanno già ricevuto una mensilità o hanno avuto risposta positiva alla richiesta di rinnovo dopo 18 mesi.

Gli importi del Reddito di Cittadinanza a giugno 2023

Gli importi del Reddito di Cittadinanza rimarranno invariati fino a settembre 2023, quando entrerà in vigore l'assegno Supporto per la formazione e il lavoro per i beneficiari che hanno dai 18 ai 59 anni e nessuna disabilità.
Fino a quella data, il calcolo dell'importo spettante non varierà. Questo si compone di due parti: una integra il reddito familiare fino alla soglia di 6mila euro annui, poi moltiplicati per una scala di equivalenza (7.560 euro per la Pensione di cittadinanza); l’altra, destinata solo a chi è in affitto, incrementa il beneficio di un ammontare annuo pari al canone di locazione fino ad un massimo di 3.360 euro annui (1.800 euro per la Pensione di cittadinanza). Anche alle famiglie proprietarie della casa di abitazione che hanno acceso un mutuo spetta un'integrazione, pari al massimo alla rata del mutuo e che non può comunque superare i 1.800 euro annui;

Ma, come specificato sul sito del ministero del Lavoro dedicato al Reddito di Cittadinanza, "l’importo complessivo, sommate le due componenti, non può comunque comunque superare i 9.360 euro annui (780 euro mensili), moltiplicati per la scala di equivalenza e ridotti per il valore del reddito familiare".

La scala di equivalenza applicata a ogni nucleo beneficiario "equivale a 1 per il primo componente del nucleo familiare ed è aumentata di 0,4 per ogni ulteriore componente maggiorenne e di 0,2 per ogni ulteriore componente minorenne, fino ad un massimo di 2,1, elevato a 2,2 in presenza di componenti in condizione di disabilità grave o non autosufficienza". Inoltre, "la percezione di altri trattamenti assistenziali o redditi rilevati nell'Isee porta all'abbassamento dell'importo".

Come controllare il saldo su carta Rdc

Per controllare il saldo della carta Rdc, fornita da Poste Italiane, ci sono diversi modi:

  • accedendo con SPID all'area riservata del sito ufficiale del Reddito di Cittadinanza;
  • inserendo la carta in un ATM Postamat e digitando il PIN;
  • chiamando il numero verde 800 666 888, messo a disposizione appositamente per verificare il pagamento dell'RDC;
  • contattando Poste Italiane o INPS.

Le ultime novità sul nuovo Reddito di Cittadinanza

Mancano pochi mesi al cambio radicale del Reddito di Cittadinanza voluto dal governo Meloni. Dal 1 gennaio 2024 sarà attivo l'Assegno di Inclusione per le famiglie in difficoltà nelle quali ci sono minori, disabili o over 60, i cosiddetti "non occupabili". La misura durerà 18 mesi e sarà rinnovabile per altri 12. La soglia massima di Isee familiare per richiederlo sarà di 9.360 euro e l'importo base di 500 euro al mese, da moltiplicare in base alla scala di equivalenza, che darà maggior peso ai componenti non autosufficienti. Se tutti i componenti della famiglia hanno più di 67 anni o soffrono di disabilità gravi l'importo spettante potrà aumentare.

Già da settembre 2023, invece, partirà il Supporto per la formazione e il lavoro, una misura di politica attiva del lavoro per coloro con età compresa tra i 18 e i 59 anni, che si trovano in una condizione di povertà assoluta (con Isee inferiore ai 6mila euro annui) e non hanno i requisiti per ricevere l'assegno di inclusione. L'assegno avrà un importo di 350 euro mensili per un massimo di 12 mesi ma lo manterrà solo chi stipulerà un patto per la formazione presso il servizio per il lavoro competente.

Gli occupabili non saranno tenuti ad accettare un'offerta di impiego con contratto a tempo determinato se il luogo di lavoro dista più di 80km dalla casa di residenza e più di 120 minuti di tragitto con i mezzi pubblici. Mentre le offerte con contratto a tempo indeterminato non avranno limiti di distanza: il beneficiario sarà obbligato ad accettarle. Queste regole non valgono per i beneficiari di assegno con figli under 14, che non sono tenuti ad accettare nessun impiego a più di 80 km di distanza e non raggiungibile entro 120 minuti di mezzi pubblici, anche in caso di contratti a tempo indeterminato.

A pochi mesi dall'entrata in vigore dei nuovi aiuti statali, Bankitalia ha definito le prime stime. La cancellazione dell'Rdc comporterà la perdita del sostegno per il 40% delle famiglie che attualmente lo percepiscono. I più penalizzati saranno i nuclei stranieri. Con l'Assegno di Inclusione, questa platea si dovrebbe ridurre di due terzi.  "Per le famiglie di stranieri, l’estensione della platea derivante dall’allentamento del requisito di residenza in Italia (stimabile in circa il 20 per cento) sarebbe più che controbilanciata dall’irrigidimento delle altre regole di accesso all’Assegno di Inclusione, poiché questi nuclei soddisfano con più difficoltà i nuovi requisiti anagrafici e più spesso vivono in affitto; complessivamente il numero di famiglie straniere beneficiarie si ridurrebbe di due terzi rispetto all’RdC", si legge nella relazione annuale di Bankitalia.

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