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L’allarme del Fondo monetario internazionale: “Con Covid cresce rischio crisi debito globale”

Il Fondo monetario internazionale lancia l’allarme per il rischio di una crisi del debito globale dopo l’emergenza Coronavirus: “Non si può escludere una crisi del debito sistemica indotta dalla pandemia”. Il rapporto debito/Pil medio nel 2021 dovrebbe aumentare di circa 20 punti nelle economie avanzate, di 10 in quelle emergenti e di 7 nei paesi a basso reddito.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il Fondo monetario internazionale lancia un vero e proprio allarme debito a livello globale. Un rischio che riflette la pandemia di Covid, da cui deriva, che ha spinto il debito oltre i già alti livelli precedenti. Nella sua analisi l’Fmi analizza il cambiamento avvenuto rispetto alla fine del 2019, quando il debito era già a livelli storicamente elevati. Secondo la previsione del Fondo, il rapporto debito/Pil medio nel 2021 dovrebbe aumentare di circa 20 punti nelle economie avanzate, di 10 in quelle emergenti e di 7 nei paesi a basso reddito.

L’allarme del Fondo monetario internazionale riguarda soprattutto le economie meno forti: “Laddove molte economie avanzate hanno ancora la capacità di contrarre prestiti, i mercati emergenti e i Paesi a basso reddito devono far fronte a limiti molto più forti nella loro capacità di indebitarsi”. Difatti, spiega ancora l’Fmi, metà dei Paesi a basso reddito e anche molte economie emergenti vanno incontro a un ulteriore aumento del debito che viene definito “allarmante”: “Potrebbero subire difficoltà economiche, innescate da insolvenze, fuga di capitali e austerità fiscale”.

Finora “nessuna crisi del debito si è ancora verificata grazie alle azioni politiche decisive delle banche centrali, delle autorità fiscali, dei creditori bilaterali ufficiali e delle istituzioni finanziarie internazionali nei primi giorni della pandemia”. Ma queste azioni, che sono state “essenziali”, “stanno rapidamente diventando insufficienti”. Finora, però, a livello globale si è riusciti a “evitare una crisi del debito sistemica, principalmente per due motivi: il primo, tassi di interessi molto basso e un massiccio sostegno alla politica monetaria, con misure per un totale di 7.300 miliardi di dollari; il secondo un sostegno finanziario diretto straordinario, compreso il finanziamento d’emergenza del Fmi a 76 Paesi con la riduzione del servizio del debito alle economie più vulnerabili attraverso l’iniziativa di sospensione del servizio del debito del G20 (a 44 Paesi) e il Catastrophe Containment and Relief Trust (a 29 membri)”. Ma ora “non si può escludere una crisi del debito sistemica indotta dalla pandemia: più a lungo il problema verrà rimandato, peggiore sarà” la crisi.

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