L’accusa di Giovanni Tria: “Il ministro italiano accettò il bail-in su ricatto della Germania”

Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, attacca il suo ex collega tedesco Wolfgang Schäuble. L’accusa riguarda l’introduzione del meccanismo del bail-in in Italia: “Erano tutti contrari – afferma Tria in commissione Finanze al Senato -. Il ministro di allora era Saccomanni che fu praticamente ricattato dal ministro delle Finanze tedesco”. Saccomanni sarebbe stato minacciato: se l’Italia non avesse accettato il nuovo sistema “si sarebbe diffusa la notizia che il nostro sistema bancario era prossimo al fallimento”. In ogni caso, Tria non vede “la possibilità che in tempi brevi possa essere abolito”. Il ministro del’Economia spiega di condividere l’opinione di Patuelle, il presidente dell’Abi, secondo cui la norma europea sul bail-in è desueta e andrebbe abrogata: "Condivido il fatto che dovrebbe essere abolito”. Il bail-in è meccanismo previsto dalla normativa europea con il quale si impone di gestire le crisi bancarie senza far pesare i costi di eventuali salvataggi sulle casse pubbliche.
Ma l’abolizione del bail-in è una strada difficile da percorrere, sottolinea ancora: “Non prevedo che in tempi brevi possa essere abolito o che ci sia una convergenza tale che si possa arrivare, almeno per ora e non so se in futuro, all'abolizione. Credo che quando è stato introdotto in Italia fossero quasi tutti contrari, anche la Banca d'Italia in modo discreto si oppose”.
Tria riferisce al Senato sull’Ecofin, in cui – assicura – “non si è assolutamente parlato” di reddito di cittadinanza e quota 100. Secondo quanto riporta il titolare di via Venti Settembre, infatti, “il dibattito sulla nostra manovra si è esaurito nelle settimane precedenti”. “Secondo anche le regole europee – prosegue – nessuno può entrare nelle scelte di politica economica dei singoli Paesi. Non si è discusso in generale della nostra manovra negli ultimi Ecofin e in particolare nell'Eurogruppo”, sede ritenuta comunque più adatta a una discussione di questo genere.
Sul codice degli appalti, secondo il ministro dell’Economia è necessario cambiare la normativa, perché “la legge sugli appalti imbavaglia e rende pericolosa qualunque decisione”. Per Tria l’assenza di progettazione e delle strutture tecniche progressivamente distrutte, sono componenti “dell'incertezza degli amministratori a porre firme sotto le decisioni”. Parlando di Ue, infine, Tria sostiene che l’attuale situazione rischia di “portare alla disgregazione dell'Europa, ma io penso che bisogna rafforzarla”.