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Guerra in Ucraina

La guerra in Ucraina costerà cara all’economia europea, dice Gentiloni

Secondo il Commissario europeo all’Economia la guerra in Ucraina e le sanzioni ridurranno in modo significativo la crescita del Pil europeo, ma non porteranno alla stagnazione.
A cura di Giacomo Andreoli
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"La guerra in Ucraina e le sanzioni avranno un impatto rilevante sull'economia europea". A dirlo è il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni, in audizione alle Commissioni riunite Bilancio e Politiche Ue della Camera. Secondo l'ex premier, infatti, come dicono le stime più recenti, si perderanno alcuni punti di crescita del Pil previsti per quest'anno. A pesare, in particolare, saranno il caro-energia e il caro-benzina.

"Le misure di sostegno per affrontare i rialzi dei prezzi – spiega- pesano attorno allo 0,5% del Prodotto interno lordo medio europeo. Ma dentro ci sono aiuti indispensabili, soprattutto per le fasce più vulnerabili della popolazione". Per quanto riguarda il calo della crescita, invece, Gentiloni cita i numeri rilasciati dall'Ocse, secondo cui si perderà un 1,4% medio di progresso del Pil (cioè circa un terzo della crescita). A questo contribuiscono anche l'inflazione sui generi alimentari e i metalli rari, fondamentali per alcune catene produttive. Ma nonostante tutto ciò "non ci sarà la stagnazione in Europa, solo una crescita ridimensionata".

Il commissario, quindi, dice con nettezza che la guerra ha "cambiato il corso della storia europea", con le sanzioni imposte contro la Russia che stanno "colpendo in maniera fortissima la loro economia". Queste, poi, potrebbero presto essere estese e su questo la Commissione Ue sta ragionando. I commissari, a quanto riferisce Gentiloni, stanno intanto lavorando sul piano europeo per affrontare il caro energia. "Stiamo preparando proposte importanti – spiega- tra cui stoccaggi comuni e riforma del mercato elettrico: la situazione ci sta insegnando che come Ue dobbiamo essere più autonomi. Settimana prossima, poi, presenteremo il nuovo schema di regole di deroga sugli aiuti di stato, come nel caso della pandemia. Consentirà di sostenere con la finanza pubblica le imprese più esposte alla crisi economica".

Nel frattempo, però, le condizioni di finanziamento sui mercati europei attuali restano "molto favorevoli". Per il commissario europeo "abbiamo in molti Paesi tassi negativi tutt'ora, non credo sia utile descrivere uno scenario in cui abbiamo di fronte una stretta come quella che fu decisa dalla Bce nel 2010".

Si continua quindi a ragionare in sede europea sulla revisione delle regole economiche comunitarie. Entro maggio la Commissione deciderà se confermare o no la decisione di concludere la clausola di salvaguardia (che permette maggiori margini di bilancio) entro il 2022 ed è molto probabile, secondo Gentiloni, che verrà prolungata. Quando alla rimodulazione del Patto di Stabilità il commissario non ha dubbi. "Credo – dice- che l'Ue abbia bisogno di regole di bilancio comuni e di coniugare meglio la crescita con la stabilità del debito, senza strette fiscali troppo rigide come in passato, che hanno portato i livelli di investimenti netti a zero". Inoltre si ragiona se trasformare la sorveglianza europea sulle politiche fiscali dei governi in una prospettiva di medio periodo, meno stringente, ma sempre nel quadro di regole comuni.

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