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Iva, l’aumento al 22% è “altamente probabile” dal prossimo ottobre

Lo annunciano fonti governative alla stampa. Il Ministero dell’Economia sottolinea la difficoltà nel trovare un miliardo di euro per evitare l’aumento, anche e sopratutto alla luce del fatto che l’intenzione è quella di cancellare il saldo di dicembre dell’Imu su prime case.
A cura di Biagio Chiariello
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Ore 11.40 – Brunetta: Il premier smentisca che il governo ha intenzione di aumentare l'Iva ad ottobre. "E' bastata la visita di un giorno a Roma del commissario per gli Affari economici e monetari dell'Ue, Olli Rehn, con le sue inopportune dichiarazioni, – afferma Renato Brunetta, capogruppo del PdL alla Camera- che tutti adesso reputano inevitabile l'aumento dell'Iva a ottobre (pare che anche qualcuno all'interno del governo se ne sia convinto)". "Eppure, gli impegni del presidente del Consiglio, Enrico Letta, nel discorso su cui ha ottenuto la fiducia delle Camere lo scorso 29 aprile – ricorda – erano chiari: ‘ rinunciare all'inasprimento dell'Iva'; ‘ superare l'attuale sistema di tassazione della prima casa'; ‘ generale riduzione del costo del lavoro e del peso fiscale'".

È "altamente probabile" che l'aliquota Iva del 21% aumenti dal prossimo ottobre di un punto percentuale al 22%. Ad annunciarlo è una fonte governativo, spiegando che questo è stato anche uno dei temi principali dell'incontro tra ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, e il commissario europeo agli Affari economici e monetari Olli Rehn. Rinviare l'aumento di tre mesi, da ottobre a gennaio 2014, necessiterebbe di una copertura pari a 1 miliardo. Risorse che l'esecutivo ha difficoltà a trovare se vuole rispettare non solo gli impegni di consolidamento fiscale ma anche cancellare il saldo di dicembre dell'Imu su prime case, fabbricati rurali e terreni agricoli.

Quest'ultima operazione  costerà circa 2,4 miliardi, senza poi considerare altre voci di spesa da rifinanziare come la cassa integrazione (500 mln-1 mld) e le missioni all'estero (400 mln). Eppure Rehn, nel corso dell'audizione alla Camera, ha ricordato che le raccomandazioni della Commissione europea in occasione della chiusura della procedura di infrazione per deficit eccessivo nei confronti dell'Italia specificavano chiaramente di spostare il carico fiscale dalla produzione ai patrimoni e ai consumi. “Il provvedimento preso dall’Italia con l’abolizione dell’Imu ha suscitato e suscita preoccupazioni, rispetto allo spostamento degli oneri fiscali dai fattori produttivi verso altri cespiti”, ha detto il commissario europeo, spiegando che “sarà nostro dovere verificare la service tax“.

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