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“Fase 2, riaprire troppo presto può essere ancora peggio”, dice il premio Nobel Paul Krugman

Secondo il premio Nobel per l’economia nel 2008 Paul Krugman le conseguenze di una riapertura avventata delle attività produttive sarebbero disastrose sia dal punto di vista sanitario che da quello meramente economico, trascinando gli Stati Uniti in una depressione paragonabile solo alla crisi del 1929.
A cura di Davide Falcioni
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Il presidente statunitense Donald Trump “è determinato, faremo tutto ciò che è necessario” per risollevare l’economia. A dichiararlo il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, durante un’intervista alla Cnbc. I numeri del mercato del lavoro, ha detto, “miglioreranno” in estate, con la riapertura dell’economia. A dispetto dei dati sul contagio, dunque, gli Stati Uniti si apprestano ad allentare le restrizioni imposte alle attività produttive con un duro lockdown: nonostante i positivi siano 1.347.936 e i morti ormai quasi 81mila l'amministrazione Trump non intende tenere il paese chiuso ancora a lungo.

Ma quali potrebbero essere le conseguenze della scelta del capo della Casa Bianca? Secondo il premio Nobel per l'economia nel 2008 Paul Krugman disastrose sia dal punto di vista sanitario che da quello meramente economico. In un editoriale pubblicato sul New York Times Krugman sostiene che "Trump e i suoi alleati stanno facendo di tutto per rendere sempre più probabile una depressione economica su vasta scala". Il premio Nobel paragona le conseguenze economiche della crisi del coronavirus a quello che accadde nel 1929: "Per capire perché la penso in questo modo è necessario leggere i dati contenuti nel dossier del Bureau of Labor Statistics: un tasso di disoccupazione del 14,7 per cento è terribile, ma gli studiosi hanno incluso una nota che indica come tale dato sia probabilmente sottostimato di cinque punti percentuali". Insomma, negli USA dall'inizio della pandemia la disoccupazione si aggirerebbe intorno al 20 per cento.

Di fronte a questi dati la spinta a riaprire tutte le attività economiche è molto alta nonostante i contagi negli Stati Uniti presentino numeri eccezionalmente elevati: "A metà marzo – scrive Krugman – l'amministrazione Trump ha introdotto delle linee guida sul distanziamento sociale, ma ultimamente tutto ciò che sentiamo dalla Casa Bianca è che dobbiamo far ripartire l'economia, ma facendolo rischiamo una  seconda ondata di infezioni". Se ciò dovesse accadere secondo il premio Nobel gli Stati Uniti sprofonderebbero in una depressione economica in tutto e per tutto paragonabile alla crisi del 1929. La fretta di Trump potrebbe dunque avere conseguenze catastrofiche obbligando i cittadini a un nuovo e più duro lockdown e a un tasso di disoccupazione altissimo. "La ricerca di Trump di una facile via d'uscita, la sua mancanza di pazienza per il duro lavoro di contenimento della pandemia, rischiano di trasformare un grave crollo economico temporaneo in una lunga depressione in piena regola".

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