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Ex Ilva, raggiunto un preaccordo tra ArcelorMittal e commissari per riprendere i negoziati

Soluzione trovata al rush finale per rilanciare il polo siderurgico di Taranto. Per il momento si tratta solo di un accordo non vincolante: i commissari Ilva e ArcelorMittal questa mattina hanno raggiunto un’intesa per far ripartire la trattativa tra le parti. La negoziazione andrà avanti fino al 31 gennaio. I sindacati: “Non siamo stati coinvolti”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Ora c'è tempo fino al 31 gennaio. Per realizzare il nuovo piano industriale di Ilva "sarà creata una nuova società (newco) con soci pubblici e privati" e questa società avrà come finalità "operare e implementare, tra gli altri, nuovi impianti produttivi con tecnologia green nel sito in Taranto". Questo il contenuto del documento di 4 pagine siglato questa mattina dai commissari Ilva e ArcelorMittal come pre-accordo (heads of agreement) per far ripartire la trattativa tra le parti. La negoziazione per il rilancio del polo siderurgico di Taranto andrà avanti fino al 31 gennaio. Una notizia arrivata al rush finale, proprio nel giorno in cui si sarebbe dovuta svolgere l'udienza del processo civile al Tribunale di Milano poi rinviata: l'accordo potrebbe scongiurare l'apertura di un braccio di ferro giudiziario tra commissari e ArcelorMittal. L'amministratore delegato Lucia Morselli e i tre commissari si sono incontrati nella sede della Libera associazione forense al primo piano del Palazzo di Giustizia di Milano per la firma dell'intesa.

"Nel contesto della transizione verso una tecnologia green (decarbonizzazione)" ArcelorMittal e i commissari Francesco Ardito, Alessandro Danovi e Antonio Lupo "stanno elaborando congiuntamente un nuovo piano industriale", si legge nel pre-accordo. In questo quadro, "le parti riconoscono che l'implementazione del nuovo piano industriale comporterà alcune strutture produttive con tecnologia green e potrà richiedere modifiche al piano ambientale" già approvato. Se questo dovesse essere il caso, si precisa che "le parti collaboreranno in buona fede per raggiungere tali modifiche quanto prima sia praticamente possibile".

Morselli, nel corso dell'udienza a porte chiuse, avrebbe assicurato che la produzione per il momento non subirà uno stop, chiarendo però che sarà ridotta, a causa della chiusura dell'altoforno 2, stabilita dal giudice di Taranto lo scorso 10 dicembre."Siamo soddisfatti", ha detto il direttore generale dell'ex Ilva Claudio Sforza dopo la firma del protocollo d'intesa. Questa mattina il giudice civile di Milano Claudio Marangoni ha disposto dunque il rinvio della causa tra ArcelorMittal e l'ex Ilva al 7 febbraio. La decisione è arrivata dopo la richiesta congiunta delle due parti, con il proposito di raggiungere un nuovo accordo vincolante entro fine gennaio. Secondo quanto scrive in una nota l'azienda franco-indiana, AM InvestCo ha firmato l'accordo non vincolante con i commissari Ilva nominati dal governo, "che costituisce la base per continuare le trattative riguardanti un piano industriale per Ilva, incluso un investimento azionario da parte di un ente partecipato dal governo".

"Il nuovo piano industriale – prosegue la nota – prevede investimenti in tecnologia verde da realizzarsi anche attraverso una nuova società finanziata da investitori pubblici e privati". "I negoziati proseguiranno fino a gennaio 2020. Nel frattempo, nel corso dell'audizione che si è tenuta oggi, i Commissari Ilva e AM InvestCo hanno chiesto un ulteriore rinvio fino alla fine di gennaio 2020 della richiesta delle misure provvisorie avanzate dai commissari Ilva".

"Con la firma di oggi tra i commissari e Arcelor Mittal Italia si sono create le condizioni per sospendere il contenzioso e avviare un negoziato finalizzato alla condivisione tra le parti di un nuovo piano industriale per l'Ilva. L'accordo prevede la partecipazione dello Stato nel capitale a fronte di un rilancio di Taranto con tecnologie innovative a minore impatto ambientale e la tutela dei livelli occupazionali sulla base di accordi che dovranno essere negoziati con i sindacati", ha dichiarato il ministro dell'Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri.

"Esprimo la mia soddisfazione per un accordo che costituisce un primo importante passo avanti per la soluzione positiva di una vicenda che riguarda oltre 10.000 lavoratori, che coinvolge il tessuto economico e civile della città di Taranto, che deve assicurare la tutela della salute di lavoratori e cittadini e garantire la tenuta del sistema industriale italiano, di cui l'industria siderurgica e meccanica costituiscono l'ossatura. Auspico nelle prossime settimane il massimo impegno di tutti per arrivare a un accordo finale. La strada è lunga e non è facile, ma ce la possiamo fare".

I sindacati però hanno detto di non essere stati consultati: "Bisognerà parlarne con i lavoratori", ha commentato Valerio D'Alò, segretario nazionale della Fim. "Hanno completamente escluso le parti sociali e non conosciamo i contenuti se non quanto pubblicato dalla stampa. Per noi l'unico accordo resta quello del 6 settembre 2018".

"Sarebbe stato corretto – ha aggiunto il sindacalista – che prima di fare annunci avessero fatto un incontro con i sindacati. Non è corretto come hanno proceduto e non è chiaro come procederanno. La nostra posizione è la stessa che prendemmo quando l'ex ministro Calenda fece l'accordo con il gruppo franco-indiano, in cui non ci siamo riconosciuti. Facemmo la nostra trattativa e arrivammo all'accordo, che chiediamo venga rispettato".

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