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Covid 19

Effetto Covid sul reddito: 1257 euro a famiglia bruciati in un anno

La pandemia di coronavirus ha causato in media una perdita per le famiglie italiane di 1.257 euro l’anno, per un totale di 32 miliardi di euro di reddito annuale. Sono effetti dell’emergenza sanitaria e del conseguente rallentamento economico. Il calo dei redditi coinvolge tutto il territorio nazionale, ma alcuni territori sono stati più colpiti di altri.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il coronavirus ha inciso pesantemente sulla situazione economica delle famiglie. Cig, bonus e sostegni fiscali non sono bastati a proteggere i redditi degli italiani dall'emergenza coronavirus. E, nonostante l'iniezione di aiuti arrivata dallo Stato, alla fine dell'anno le famiglie si troveranno a perdere ciascuna in media -1.257 euro l'anno, per un totale di 32 miliardi di euro di reddito annuale, mandato in fumo dall'emergenza sanitaria e dal conseguente rallentamento economico. Il dato è stato calcolato dall'Ufficio Economico Confesercenti, sulla base di elaborazioni condotte su dati Istat, Svimez e SWG.

Il calo dei redditi coinvolge tutto il territorio nazionale, ma con forza diversa. A registrare le perdite più consistenti sono le famiglie dell'Emilia-Romagna, che in media lasciano sul campo -2.202 euro di reddito, il 6,4% del totale annuale. Profondo l'effetto anche sui redditi di Marche (-3,8%, pari a -1.979 euro a famiglia), Piemonte (-5,3%, o -1.619 euro) e Valle d'Aosta (-5,1%, -1.658 euro). Più resilienti, invece, la regione Puglia, che vede la perdita di reddito ridursi al -1,8%, per un rosso di -488 euro a famiglia, e la Liguria (-2,8%, pari a -897 euro).

Non tutte le tipologie di lavoratori, però, sono state colpite allo stesso modo. A soffrire di più sono i redditi da lavoro autonomo e da lavoro dei dipendenti privati, che registrano flessioni rispettivamente del -13% (-40 miliardi) e dell'11% (-62 miliardi), per una perdita totale di oltre 100 miliardi di euro. A compensare il crollo, aggiunge Confesercenti, l'aumento dei trasferimenti di Stato, che quest'anno dovrebbero incidere positivamente sui redditi per circa 70 miliardi di euro per effetto di provvedimenti pre-Covid (Quota 100, Reddito di cittadinanza, aumenti previsti delle pensioni, incrementi contrattuali dei dipendenti pubblici), e Cig, bonus, redditi d'emergenza, crediti di imposta e gli altri sostegni introdotti per tamponare l'emergenza. Aiuti concreti che, però, non bastano a ripianare completamente le perdite.

Un problema, prosegue Confesercenti, in particolare per il mercato interno, visto che gli italiani hanno risposto alla riduzione dei redditi incrementando la prudenza e quindi spendendo di meno. Basti pensare che nel solo semestre trascorso a partire dal lockdown, la spesa è scesa di -2.304 euro. Anche in questo caso, però, si evidenziano differenze regionali: le perdite massime si rilevano in Valle d'Aosta (-2.915), Veneto (-2.910 euro) e Toscana (-2.820). "Le misure messe in campo dal Governo fino ad ora hanno evitato il peggio, ma è necessario continuare ad intervenire a sostegno delle imprese e delle famiglie", commenta Patrizia De Luise, presidente nazionale di Confesercenti.

"Il lockdown è finito, ma la ripresa non è ancora iniziata. L'emorragia di reddito dei lavoratori autonomi e dei dipendenti privati -continua De Luise – pur attenuata in quest'ultimo caso dalla Cig, dimostra le persistenti difficoltà delle imprese e, di conseguenza, del mondo del lavoro. È quindi essenziale continuare a sostenere il tessuto produttivo, ottimizzando gli interventi a favore delle imprese e dando loro il tempo necessario per gestire questa fase transitoria. Allo stesso tempo è necessario procedere ad interventi strutturali, affinché la ripartenza dell'economia, di cui si scorgono timidi segnali, cominci a manifestarsi in modo più robusto. L'annunciata e auspicata riforma fiscale e un buon utilizzo delle risorse del Recovery fund saranno decisivi in questa direzione".

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