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Dl Fisco, arriva il bonus sulle ripetizioni scolastiche. Ma solo per i redditi fino a 50mila euro

Una detrazione del 19% sulle spese sostenute dalle famiglie per le ripetizioni scolastiche dei figli. Ci sono però dei vincoli: gli studenti devono avere meno di 18 anni, le ripetizioni devono essere date da docenti titolari di cattedra e possono usufruire del bonus solo le famiglie con un Isee fino a 50mila euro.
A cura di Annalisa Girardi
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Un emendamento al decreto Fiscale firmato da Carla Ruocco che verrà presentato il prossimo 25 novembre alla Camera mette in cantiere l'ipotesi di una detrazione del 19% sulle spese sostenute dalle famiglie per le ripetizioni scolastiche dei figli. Ci sono però dei vincoli: gli studenti devono avere meno di 18 anni, le ripetizioni devono essere date da docenti titolari di cattedra e possono usufruire del bonus solo le famiglie con un Isee fino a 50mila euro.

La misura si inserisce nel piano del governo di contrasto al nero: si tratta infatti di uno sconto fiscale che rientra nel pacchetto di quelli per cui il Ddl di Bilancio prevede l'obbligo di tracciabilità. Arriva quindi il bonus che riguarderà solo le lezioni private con docenti titolari di cattedre (presso scuole di ogni ordine e grado), in seguito all'introduzione nella legge di Bilancio varata per il 2019 dal governo gialloverde dell'imposta sostitutiva del 15% per le ripetizioni.

Un nuovo passo nel contrasto di interessi, quindi, dopo la flat tax per i docenti che danno lezioni private, in modo da ostacolare chi non versa i dovuti contributi per questo tipo di attività. A partire dal primo gennaio 2019 veniva stabilito che "i titolari di cattedre nelle scuole di ogni ordine e grado", potessero chiedere l'applicazione di "una imposta sostitutiva dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali pari al 15%, salva opzione per l'applicazione dell'imposta sul reddito nei modi ordinari". Il governo aveva varato la norma sperando di incassare in centinaio di milioni di extragettito Irpef.

A quanto stabilito dalla misura di Lega e Movimento Cinque Stelle, i dipendenti pubblici che svolgono l’attività di insegnamento a titolo privato, nel rispetto delle norme vigenti, dovevano comunicare alla propria amministrazione di appartenenza "l’esercizio di attività extra professionale didattica ai fini della verifica di eventuali incompatibilità". L'imposta doveva essere saldata"entro il termine stabilito per il versamento dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Per la liquidazione, l’accertamento, la riscossione, i rimborsi, le sanzioni, gli interessi ed il contenzioso ad essa relativi si applicano le disposizioni previste per le imposte sui redditi".

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