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Crisi, Confindustria: “La ripresa va meglio delle attese, ma tasse ancora alte”

Dati che fanno finalmente sorridere quelli dell’ultimo rapporto del Csc dell’associazione degli imprenditori: “Progressi in linea o perfino superiori allo scenario di metà giugno. Ripartita anche l’occupazione. Ma le tasse…”.
A cura di Biagio Chiariello
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"I recenti progressi dell'economia italiana sono in linea o perfino superiori a quelli indicati da Confindustria nello scenario di metà giugno". Sono segnali più che positivi quelli sull'andamento dell'economia italiana che arrivano dal csc nell'analisi mensile di luglio "congiuntura flash". Confindustria però da un avvertimento preciso: "bisogna abbassare le tasse per rafforzare la ripresa". Una fotografia improntata alla fiducia quella degli esperti di Viale Astronomia, secondo i quali "aumentano le probabilità di una revisione al rialzo delle stime Csc per il 2015 (+0,8%), grazie anche all'allentamento delle tensioni causate dalla crisi greca".

Nel consueto rapporto mensile Confindustria spiega che "nell'industria produzione, fatturato e ordini accelerano, tirati dalla domanda interna come prova il balzo dell'import. L'occupazione è ripartita e consolida fiducia e capacità di spesa delle famiglie. Nell'industria, indica il Centro studi, "produzione, fatturato e ordini accelerano, tirati dalla domanda interna come prova il balzo dell'import. Gli indicatori danno investimenti in recupero. L'offerta di credito si allenta e le misure appena varate per smaltire le sofferenze aiuteranno il rilancio dei prestiti bancari". Ma nonostante uno scenario in miglioramento, Confindustria ci tiene a lanciare un avvertimento: "La priorità dell'Italia è rafforzare la lenta risalita dell'economia proseguendo lungo la strada delle riforme strutturali, inclusa la riduzione del carico fiscale che zavorra la competitività delle imprese".

Nell’analisi del Csc, sguardo anche agli scenari internazionali: "Il costo del petrolio è del 10% più basso e, con il ritorno del greggio iraniano, tenderà a scendere. Il cambio dell'euro contro dollaro è sceso del 5% e l'avvio, sempre più vicino, della normalizzazione della politica monetaria della Fed lo schiaccerà ulteriormente. Mentre l'acquisto di titoli da parte della Bce ripiegherà i tassi di mercato". E guardando alla situazione in Grecia, , sembra scongiurato il tanto temuto effetto contagio da una possibile Grexit: "sebbene la reazione dei mercati avesse fatto capire che sarebbe stato contenuto, nell'attuale contesto di fragilità economica correre quel rischio sarebbe stato delittuoso", affermano gli esperti.

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