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Corte dei Conti: “I dirigenti delle province sono i più costosi”

Sono proprio i dipendenti degli organismi che per legge stanno per essere “ridimensionati” quelli più esosi per le casse dello Stato. E’ il dato più significativo che emerge dall’analisi sul personale degli enti territoriali.
A cura di B. C.
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I dirigenti che costano di più in Italia sono quelli delle Province, poi i regionali, quindi i comunali. Secondo la Corte dei Conti la spesa media è ripartita in questo modo: 89.748 euro per i dirigenti delle Regioni, 85.075 nei Comuni e 97.444 nelle Province, cioè proprio i dipendenti di quegli organismi che per legge stanno per essere “ridimensionati”.  Per i dipendenti “non graduati” il rapporto è invece diverso: i più costosi sono quelli regionali (spesa media di 34.870 euro), seguiti da quelli provinciali (28.156 euro) e i comunali (27.922 euro). Nella relazione su “La spesa per il personale degli enti territoriali”, si legge che gli i costi totali dei dirigenti ammontano ad un peso complessivo di circa 15 miliardi di euro ripartita in 2,8 miliardi per le Regioni, 1,5 per le Province e 10,9 per i Comuni. L’analisi non considera gli organismi partecipati, che non sono soggetti all’obbligo di redazione del conto annuale. L‘intero settore occupa complessivamente circa 533.000 unità, distribuite tra personale dirigente, segretari comunali e provinciali e direttori generali, personale con qualifica non dirigenziale.

Nel Sud e in Sicilia concentrato troppo personale

L’analisi della Corte dei Conti punta il dito sulla “distribuzione non uniforme del personale sul territorio nazionale, con punte di maggiore concentrazione nelle Regioni del Sud e in Sicilia” che “si riflette anche sul rapporto di incidenza tra dipendenti e dirigenti, in sé sintomatico della corretta organizzazione degli apparati amministrativi”. Sotto questo punto di vista, emerge che nelle Regioni l’incidenza è di un dirigente ogni 14 unità di personale, nei Comuni è di 1 ogni 67 e nelle Province di 1 ogni 53, con importanti variazioni da Regione a Regione. Ad esempio in Sicilia è presente un dirigente ogni 9 dipendenti, a differenza ad esempio del Trentino dove il rapporto è di uno su 46 e delle Marche dove è di uno su 23. Nel 2013 è proprio la Sicilia a rivendicare il primato, con 1.742 dirigenti e 15.140 impiegati, che la Corte dei Conti non considera “indicativo di un’ottimale organizzazione del lavoro”.

Spending review

Gli effetti della spending review, si legge nella relazione della Corte dei Conti, si rilevano nella maggior parte degli enti. In particolare nei Comuni (con una riduzione dei segretari comunali e dei direttori generali del 3,70%, dei dirigenti dell’11,25% e dei non dirigenti del 4,71%, a fronte di una diminuzione della spesa totale complessiva del 5,52%), e nelle Province, dove, alla flessione del personale (segretari provinciali e direttori generali del 9,59%, dirigenti del 16,50% e non dirigenti del 6,98%) corrisponde una diminuzione della spesa totale del 7,54%. Più complessa la situazione nelle Regioni, dove, a livello nazionale, a fronte di un calo delle unità annue pari a 2,54 % nel triennio 2011/2013, si assiste a un aumento della spesa totale dell’ 1,39%. “Al riguardo, un indicatore significativo ai fini dell’analisi del costo del personale, in quanto indipendente dal numero dei soggetti, è costituito dalla spesa media, che, in presenza dei vincoli e dei blocchi degli stipendi, dovrebbe rimanere stabile. Si rileva, invece, la tendenza a crescere della spesa in alcune realtà territoriali, nonostante una sensibile contrazione della consistenza del personale dirigente”.

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